20 giugno 2017

Il Fondo Edifici di Culto celebra trent’anni con un doppio Caravaggio a Palazzo Barberini

 

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Dalla Basilica di Santa Maria del Popolo, a Roma, a quella di Santa Maria Novella, a Firenze, dalla Chiesa di San Gregorio Armeno, a Napoli, a San Domenico di Trapani. Il FEC compie trent’anni, il Fondo Edifici di Culto che gestisce quasi 800 chiese e le preziosissime opere d’arte in esse custodite, oltre a quattro complessi forestali, in una sorta di museo diffuso su tutta la penisola. E per celebrare degnamente l’anniversario, promuove “Caravaggio nel patrimonio del F.E.C. Il Doppio e la Copia”, mostra a Palazzo Barbarini che presenta un inedito confronto tra due coppie di dipinti, due di Caravaggio e due copie antiche. L’esposizione sarà presentata domani, 21 giugno, in una conferenza stampa con Flaminia Gennari Santori, Direttore delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica, Angelo Carbone, Direttore Centrale Fondo Edifici di Culto, e Giulia Silvia Ghia, curatrice della mostra. Ma la storia del Fondo inizia molto prima, nel 1866, quando fu istituito il Fondo per il Culto, che doveva gestire il patrimonio immobiliare incamerato dallo Stato a scapito della Chiesa in seguito alla soppressione delle proprietà ecclesiastiche, mentre l’ordinamento attuale, afferente al Ministero dell’Interno, risale al primo gennaio del 1987. 
Per la mostra, saranno presentati due San Francesco in meditazione, l’uno proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto Romano e l’altro dalla chiesa romana di Santa Maria della Concezione. Le opere sono state al centro di una complessa vicenda attributiva, perché il quadro di Santa Maria della Concezione era stato attribuito a Michelangelo Merisi nel 1908 ma, nel 1968, venne reso noto il ritrovamento di un’altra versione del San Francesco del tutto identica a quella già nota, nella chiesa di San Pietro a Carpineto. Le operazioni di restauro e le ricerche tecniche, eseguite su entrambi i dipinti, hanno reindirizzato gli studi storico-artistici, con un clamoroso rovesciamento, riconoscendo l’originale nella tela proveniente dalla chiesa di Carpineto, oggi in deposito presso Palazzo Barberini. Più chiara invece la storia della Flagellazione di Cristo, proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli, che venne commissionata direttamente all’artista dalla famiglia De Franchis e collocata nella cappella gentilizia della chiesa di San Domenico. La sua copia, oggi nella cappella del Rosario di San Domenico, venne attribuita, già nei primi anni Trenta del Novecento, ad Andrea Vaccaro, tra i più raffinati caravaggisti di scuola napoletana.

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