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Il Museo dei Violino di Cremona si apre all’arte contemporanea e, in occasione della Tec-Night, la notte bianca della tecnologia, dedica una project room alla ricerca di nuove forme espressive, con “Pressure”, mostra di Michele Spanghero a cura di Marco Minuz. Così, prosegue idealmente il percorso del cremonese Antonio Stradivari, i cui strumenti dal suono proverbiale erano il frutto di una sperimentazione raffinata e instancabile di tecniche e materiali, un segreto mantenuto in gran parte ancora oggi.
Tra viole, violoncelli e violini dall’aspetto e dal colore inconfondibile, le due opere di Spanghero instaurano una continuità di metodo, giocando sull’acustica insita nella composizione della materia. Spanghero, nato nel 1979 a Gorizia, è da sempre interessato alle diverse declinazioni dell’arte acustica, per trovare una chiave di interpretazione comune tra i linguaggi visivi e sonori, dal sound design al rumore ambientale. Nelle opere in esposizione al Museo del Violino, le frequenze sonore trovano una forma concreta. In Ad lib gli ambiti della musica e della medicina coincidono, con una macchina medica per la ventilazione polmonare che suona un accordo costante su un organo a canne. Nocturne è un cuscino di gesso sulla quale è impressa la sagoma di un violino, traccia persistente del passaggio del suono.