Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
L’annata migliore per i musei? Il 2017. Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Statistica del MIBACT, il numero di visitatori dei luoghi statali della cultura, musei, siti monumentali e parchi archeologici, è aumentato del 7,3%, in riferimento al confronto tra il primo semestre di quest’anno e quello dell’anno scorso. E i 2 milioni in più rispetto al 2016 ne diventano 4, se andiamo al 2014, epoca ante riforma.
‹‹La rivoluzione museale continua a produrre i suoi frutti e dimostra quanto fosse corretto dare autonomia ai musei, dotandoli di una direzione, un bilancio, un consiglio di amministrazione e un consiglio scientifico. Tutto questo ha permesso una decisa innovazione della gestione con risultati immediati, a partire da una maggiore presenza digitale››, ha sottolineato il ministro Dario Franceschini.
Ma la legge dei grandi numeri può portare anche a grossi problemi, come ammetteva lo stesso ministro, poche settimane fa, in una intervista rilasciata al New York Times. Fattori di rischio e criticità legati al sovraffollamento, causato anche dalla concentrazione dei flussi turistici e mediatici in determinate aree a scapito di tante altre, magari meno visibili ma di inequivocabile pregio storico, artistico e paesaggistico. Per il momento, i numeri giovano agli attrattori, tra i quali i musei autonomi della riforma, e sfiorano gli altri interpreti “minori” del territorio. Una strategia di diffusione potrebbe premiare anche economicamente, considerando che, tra le altre cose, porterebbe a un evidente ampliamento dei settori dell’indotto.
In ogni caso, la ricaduta economica fa registrare segnali positivi e questo elemento ha un suo peso, se il museo deve essere gestito e considerato come un’azienda, visto che questi 23.213.288 ingressi hanno portato introiti per 88.708.038 euro, portando a +17,2% gli incassi, rispetto al medesimo periodo del 2016. E visto che stiamo parlando di numeri, è possibile anche stilare una classifica delle regioni più “culturali”. Al primo posto si conferma il Lazio, con 10.131.268 visitatori (+2,23%) e 36.220.370 euro di incassi (+14,7%). La Campania consolida la seconda posizione conquistata nel 2015 con 4.375.734 ingressi (+15,4%) e introiti per 19.689.195 euro (+17,6%), mentre terza è la Toscana con 3.443.800 biglietti (+11,7%) e 16.520.112 euro di incassi (+17,1%). Tra le regioni più dinamiche per aumento di visitatori si segnalano invece la Liguria (+33,5%), il Veneto (+26,8%) e il Friuli Venezia Giulia (+23,35). Segno meno per le regioni del Centro colpite dal terremoto, con una nella flessione in Umbria (-18,3%), Marche (-16,6%) e Abruzzo (-15,6%).