18 luglio 2017

Omaggio agli alberi caduti. In Puglia, il progetto di performance e laboratori di Lac O Le Mon

 

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Venti grandi alberi sradicati da una tempesta di vento, quello che soffia forte lungo le coste e nelle campagne pugliesi. Dal 10 al 23 luglio, in una casa dei primi anni del Novecento a S. Cesario di Lecce, la Fondazione Lac o Le Mon compie il suo Omaggio ai caduti, progetto di performance, installazioni e altre azioni dedicato a quegli alberi e a cura di Laura Perrone, con Luigi Presicce, Calori&Maillard, Canedicoda, Luca Coclite, Valentina Furian, Gianluca Marinelli, Marcello Nitti, Cesare Pietroiusti, Sergio Solombrino, Francesca Giulia Tavanti. La Fondazione, al suo secondo anno di attività, è stata creata da Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti e Luigi Presicce che, riuniti prima sotto il nome collettivo di Lu Cafausu, organizzano, dal 2010 e per ogni 2 novembre, la Festa dei vivi (che riflettono sulla morte), appuntamento destinato a una pratica artistica itinerante con processi collettivi di pausa, silenzio, ascolto di sé, contatto con la memoria e con le realtà territoriali marginali. 
Anche Omaggio ai caduti ha questo obiettivo. È un territorio di ricerca e riflessione, metafora delle potenzialità della caduta e dell’inevitabile ciclicità della natura, del mistero del tempo futuro, della pratica artistica condivisa. Al progetto partecipano anche i musicisti Maria Chavez, Daniel Neumann, Sandy Ewen, Luca Tarantino, la curatrice Lieve D’hondt ed Elena Mazzi, Nuvola Ravera, Simona Di Meo, Roberto Memoli, Jacopo Rinaldi, artisti in residenza a Gagliano del Capo nel progetto dell’associazione Ramdom. Gli eventi pubblici hanno preso avvio il 12 luglio, con le Sound Performances di Maria Chavez, Daniel Neumann e Sandy Ewen, lungo una sonorità intima e poetica che ha riempito la grande corte d’ingresso della casa. Su questa linea, il 15 e il 16 luglio, si è svolto il workshop di Canedicoda, artista visivo e musicista veneto di base a Milano, che opera tra grafica, design, musica. Destinato a cinque persone per garantire la pratica dialogica, il workshop ha avuto la connotazione di laboratorio di “falegnameria acrobatica” in cui sono divente centrali la dinamica processuale e la riflessione sugli alberi destinati a diventare mobili e arredi della Fondazione. I prossimi appuntamenti includono l’invito a Le Hollandais, il 18 luglio, una cena orchestrata da Valentina Furian e ispirata al film di Peter Greenaway, “Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante”, e a seguire Tombeau, di Luca Tarantino, intervento musicale ra gli alberi caduti, con quattro componimenti barocchi suonati con la tiorba, un antico strumento del XVI e XVII secolo. Il 19 luglio, Cesare Pietroiusti sarà il protagonista della performance Clinamen, la caduta che crea. Gli eventi pubblici di Omaggio ai caduti si concluderanno il 21 luglio con la mostra conclusiva di Calori&Maillard, Canedicoda, Luca Coclite, Valentina Furian, Gianluca Marinelli, Marcello Nitti, Cesare Pietroiusti, Luigi Presicce. 
In un territorio dalle molte potenzialità ma con interessi istituzionali che si limitano a sostenere i grandi eventi, La Festa dei vivi e i programmi “cafausici” di Lac o Le Mon, sono punti di allerta per una politica culturale che vuole guardare l’arte contemporanea in una chiave di progettualità collettiva e condivisa. (Marinilde Giannandrea)

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