18 luglio 2017

L’ex bunker nazista diventa “museo invisibile”

 

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Tra le colline della costa occidentale della Danimarca, nei dintorni di Blåvand, sorge il monumentale bunker Tirpitz, nascosto tra le brughiere, rimasto nella storia del Terzo Reich come il fortino nazista mai completato. I suoi lavori di costruzione, infatti, furono avviati solamente un anno prima della resa tedesca del maggio del 1945. Nel 1991 la struttura è rinata come piccolo museo storico gestito dal Comune di Varde, noto anche come il “museo invisibile”. Oggi il bunker Tirpitz ospita ben quattro aree espositive e si sviluppa su 2.800 metri quadrati con una capacità di accoglienza stimata in centomila visitatori all’anno. Finanziato da A. P. Møller, dalla Fondazione Chastine Mc-Kinney Møller, dalla Fondazione Nordea, dalla Fondazione Augustinus e dal Comune di Varde, questo intervento di trasformazione avviato nel 2014 si deve
all’archistar danese Bjarke Ingel, famoso per aver progettato uno dei grattacieli di Ground Zero a New York e la sede di Google a Mountain View. All’intersezione di una serie di fenditure geometriche nel terreno c’è ora un cortile luminoso, il cuore del nuovo Tirpitz Museum. Inaugurato a inizio mese dal principe ereditario di Danimarca Frederik, si articola tra la fortezza storica e tre spazi museali sotterranei: il museo del bunker, il museo dell’ambra, il museo di storia locale (chiamato “Histolarium”) e uno spazio per mostre temporanee. Il museo dell’ambra presenta una delle più ricche collezioni di resina fossile, conosciuta anche come “l’oro del Nord”, presentata nella ricostruzione di una foresta incantata. L’Histolarium, invece, di notte si trasforma in un teatro 4D, ricostruendo i 1.000 anni di storia della costa occidentale della Danimarca. (Gaia Tirone)
fonte: dezeen 
 

1 commento

  1. Se in parte condivido la ricca messe di riflessioni dall’altra trovo che questa documenta sia troppo educativa e poco visiva, come sempre qui si fa arte non didattica o altro, giusto realizzare opere che siano anche pensieri e idee ma qui si opera nel campo del visivo, e mi pare che sempre più i tempi siano poco coraggiosi, mancano Opera d’Arte nel senso storico, ma forse sono io che tendo al romanticismo d.o))))

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