21 luglio 2017

Le “Derive” dell’arte

 
Musica, architetture di luce, poesie. E tutt'intorno l'odore del mare e la volontà di modellare, come le infinite onde, gli "oggetti" della nostra storia, per darne nuovo valore e pensare al visivo ibrido di domani

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Di Edoardo Tresoldi, giovane italiano tra i trenta artisti europei più influenti del momento secondo Forbes, e della sua grande installazione sonorizzata da Iosonouncane, vi abbiamo recentemente raccontato: si tratta di un’opera fatta unicamente di sospensione, di onde sonore che attraversano lo spazio vuoto dei moduli reiterati della rete metallica e si disperdono tra le insenature della costa frastagliata di Sapri. 
Ecco il primo dei “masterpiece” della prima edizione del Festival DERIVE, che sulla costa salernitana da oggi e per tre giorni vedrà la nascita di un progetto sperimentale di arte, musica e poesia, ideato da Antonio Oriente.
Ma la musica non sarà presente solo nell’installazione di Tresoldi, ma anche con l’unica data italiana dei newyorkesi Nerve di Jojo Mayer, mentre un altro artista – Massimo Uberti – si confronterà site specific con l’intervento permanente “Essere spazio”, che nascerà come un fascio di luce sulle rovine della Villa marittima romana del I secolo a.C. 
“DERIVE – è la premessa – si rapporta ai luoghi e al tempo in una prospettiva asimmetrica, attraverso un progetto corale basato sulle dissolvenze incrociate tra permanente ed effimero”. Un po’ come il mare e il tramonto, in questa stagione, ambiente cangiante per eccellenza non solo in base al tempo, ma anche alla presenza di pubblico. Tutt’intorno Sapri, quella che addirittura Cicerone definì “parva gemma maris inferi” (piccola gemma del mare del Sud), luogo amato dai gentiluomini in erba che compievano il loro Grand Tour formativo in Italia, e che oggi – appunto – è il luogo di sperimentazione per una serie di cortocircuiti fra nuovo e antico. E duale: il pieno e vuoto, solido e trasparente, minerale e digitale. Tutte caratteristiche che accompagneranno l’arte in scena, in questa nuova dimensione pubblica e forse un po’ monumentale, tradendo volontà di grandezza senza necessariamente invadere il territorio, ma donando una nuova forma alla percezione. 
E anche la spiaggia diverrà un palcoscenico per la poesia di Franco Arminio: “Versi lavorati a oltranza, con puntiglio e cura, con l’obiettivo di arrivare a una poesia semplice, diretta, senza aloni e commerci col mistero”. E poi ci sono anche il batterista Enrico Matta (Ninja) e il chitarrista Max Casacci, dei Subsonica, che hanno creato Demonology HiFi, un dj set di tracce originali e selezioni che spezzano le catene dei generi. Solchi puri, di un tempo attuale che tocca l’arcaico, valorizzandolo. In una deriva che ha a che fare con il mare e il suo modellare materiali impossibili, più che con il vecchio situazionismo. (MB)

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