21 luglio 2017

Da Cate Blanchet a Josef Koudelka. Guardando alla prossima edizione di Lo Schermo dell’arte

 

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Silvia Lucchesi, direttrice e fondatrice del festival, annuncia così la prossima edizione di Lo Schermo dell’Arte, dal 16 al 19 novembre: «Sarà un’edizione speciale con alcune sorprese, anteprime di film, tanti artisti e registi che arriveranno a Firenze». 
Tra le anticipazioni: Jeremy Deller, vincitore del Turner Prize 2014 e artista del padiglione britannico della Biennale 2015, con il video Bom Bom’s Dream (2016) di cui è autore anche della colonna sonora e nel quale continua la sua esplorazione delle forme espressive folkloriche, intese anche come forme di resistenza sociale. La musica è protagonista anche nel corto The Dust Channel (2016), di Roee Rosen, film-maker, pittore, scrittore israeliano e voce critica della politica del suo paese. Il video mette in scena un’operetta russa suonata da un aspirapolvere che assurge a eroe solista di un interno borghese israeliano da cui vengono allontanate, aspirandole, le paure e le contaminazione che arrivano dall’esterno. Adrian Paci, già ospite delle scorse edizioni, sarà presente con il suo ultimo video Interregnum (2017), dove con immagini di repertorio di funerali di dittatori comunisti l’artista riflette su come l’iconografia di regime plasmi la memoria collettiva. Anche quest’anno, speciale attenzione alla fotografia col documentario di Gilad Baram, Koudelka Shooting Holy Land (2015), dove il fotografo della Primavera di Praga è raccontato nel suo ultimo lavoro in Terra Santa, scenario del conflitto israelopalestinese, quello stesso conflitto rimosso/aspirato nel video di Rosen. Queste sono alcune delle  anticipazioni ma  in pentola bolle molto di più. 
Intanto, Lo Schermo dell’Arte ha già iniziato a festeggiare i suoi 10 anni con la rassegna estiva “Notti di mezza estate”, conclusasi lunedì scorso e che per un mese si è tenuta nel piazzale degli Uffizi. Quattro scelte accurate che hanno privilegiato documentari dove la pratica artistica di coté fortemente sociale e politico ha attirato l’attenzione di un pubblico più eterogeneo. Nel primo appuntamento Fame (2017), protagoniste sono le dinamiche createsi tra gli abitanti di Grottaglie e gli street artists internazionali che hanno invaso le strade della cittadina pugliese per il festival ideato da Angelo Milano anche autore del documentario insieme ad Angelo Abbruzzese. Dalla Puglia a New York, con Thomas Hirschorn Gramsci Monument (2015) di Angelo Lüdin, sull’imponente lavoro dell’artista svizzero nel Bronx, dove, senza rinunciare al suo peculiare linguaggio e alla sua autorialità, è riuscito a coinvolgere la comunità locale in una monumentale costruzione. Anche il documentario Bill Viola: The Road to St. Paul’s (2017), di Gerald Fox, ripercorre l’attività del video artista, protagonista della mostra che sta per concludersi a Palazzo Strozzi, durante la creazione di due lavori site-specific permanenti creati per un luogo pubblico iconico quale la Cattedrale di St. Paul. Il tema sociale è ancora più evidente nel film che a chiuso la rassegna lo scorso 17 luglio. Scritto e diretto dall’artista francese JR, Women are Heroes (2010) mette in secondo piano lo stesso progetto artistico dedicato alle donne che vivono situazioni di sofferenza per condizioni politiche, sociale e economiche per raccontare magistralmente le loro storie, mostrando la forza di volontà, la dignità ma anche la leggerezza con cui le difficoltà sono affrontate. Ma forse il regalo più grande Lo schermo dell’arte lo ha fatto col film scritto e diretto da Julian Rosefeldt, Manifesto (2016), già presentato dall’artista nella forma di una potente video installazione composta da 13 schermi, dove protagonista assoluta è una strepitosa Cate Blanchet che declama i più svariati manifesti artistici del 19° secolo, in scenari ironicamente e genialmente fuori contesto. Un discorso a parte meritano VISIO European Programme on Artists’ Moving Images e Feature Expanded, i progetti di formazione ideati da Leonardo Bigazzi, sempre nell’ambito della rassegna e dedicati agli artisti che vogliono cimentarsi nella video art o nella realizzazione di lungometraggi. Le riflessioni scaturite durante le prime 5 edizioni di VISIO saranno raccolte in un volume pubblicato da Mousse Publishing. (Maria Antonia Rinaldi
In home: Manifesto, ©Julian Rosefeldt and VG Bild-Kunst

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