21 luglio 2017

Dalla parte del “pornoterrorismo” di Santarcangelo Festival, contro i paladini del buoncostume nazionale

 

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Fare critica negativa sul web lasciando una misera stellina e insultando con frasi poco giustificate e alquanto offensive sembra essere ormai sport nazionale. Se poi il bersaglio è Santarcangelo Festival è storia che si ripete. Ogni anno la manifestazione romagnola è mirino delle opposizioni per ribadire un presunto ruolo educativo dell’arte, senza magari mai neanche essere entrati in un museo. Basti pensare al caso recente di Untitled di Tino Sehgal nel 2016: un forte rumore per l’attore che fece la pipì in scena (senza notare che era stato nella stagione precedente al CRT di Milano senza destare clamore ma solo fragorosi applausi). 
Dunque, sta di fatto che il 17 luglio scorso la pagina facebook di Santarcangelo Festival è stata riempita di commenti negativi e insulti: alcuni, dichiarando anche di non aver mai partecipato agli eventi, si sono aizzati paladini di un comune buoncostume nazionale, mentre altri hanno giocato la carta della sottile linea che divide l’arte dalla spazzatura. Il caso ha fatto insospettire, soprattutto dopo l’interrogazione a risposta scritta 4-17312 presentata dal parlamentare di Lega Nord Massimiliano Fedriga il 13 luglio 2017, nella quale chiede al Ministro Dario Franceschini se “Non ritenga di dover assumere iniziative per definire un sistema di vigilanza su eventi culturali realizzati da parte di enti ed associazioni, che utilizzano finanziamenti statali in modo tale da evitare un uso improprio delle risorse pubbliche per eventi come quelli sopra descritti che per l’interrogante si qualificano come propaganda politica e di diffusione di ideologie totalmente scollegate dalla realtà e dai problemi di concreto interesse dei cittadini”. E ancora martedì 18 luglio è il consigliere regionale Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) che chiede all’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna tramite l’interrogazione a risposta scritta numero 4977 se non sia “Istituzionalmente più consono impiegare il denaro dei contribuenti per sostenere le famiglie o le imprese piuttosto che gettarli nel pozzo di una diseducativa sessualità, sponsorizzando il pornoterrorismo”.
Con numeri alla mano, sono Eva Neklyaeva, direttrice artistica di Santarcangelo Festival, e Lisa Gilardino, co-curatrice, che rispondo: l’edizione 2017 ha registrato 22mila partecipanti con un incremento del 45 per cento sulla vendita dei biglietti rispetto al 2016 e offrendo una programmazione per il 50 per cento degli appuntamenti a ingresso gratuito. Dal comunicato divulgato oggi si legge: “Santarcangelo Festival in quanto istituzione assicura uno spazio di libertà d’espressione, e il diritto agli artisti di affrontare temi che trovano rilevanti nella nostra società, così come garantito dalla Costituzione Italiana. 
La libertà dalla censura, così come l’indipendenza dal potere politico, è alla base di qualsiasi pratica artistica contemporanea. Riteniamo assolutamente inaccettabile che un potere politico si senta in diritto di interferire con questo lavoro, con giudizi circa ciò che è “vera cultura” o ciò che è “pseudocultura”. 
O anche solo limitando lo spettro dei temi possibili sui quali gli artisti si possono confrontare. Sfortunatamente questi attacchi, che provengono in più da chi non ha assistito ad un singolo spettacolo proposto, non fanno altro che confermare ancora una volta la rilevanza della nostra dichiarazione curatoriale: è vero che oggi, nel 2017, il corpo è un soggetto politico.”
Triste vedere come nel 2017 si stia ancora ad analizzare il termine “arte”, pensando a stereotipi da scuola elementare superati da tempo e usati come baluardi di una politica incapace di comprendere la realtà. Tutto questo sottolinea il bisogno di formazione alla cultura, in un Paese che giorno dopo giorno tende all’analfabetismo artistico e culturale. (Giulia Alonzo) 

Nelle foto: Silvia Gribaudi, R.OSA foto di Ilaria Scarpa

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