28 luglio 2017

Mamma che numeri. Dario Franceschini convoca il primo tavolo di discussione sul turismo sostenibile

 

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I numeri devono essere interpretati, anche se non si tratta di studi esoterici ma di turismo. E, in Italia, le cifre dei flussi turistici sono sempre in primo piano, costantemente in crescita, per la soddisfazioni di tutti e, in particolare, del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo. Ma è arrivato il momento di rovesciare la medaglia, per scoprire che dietro le quotazioni in aumento, dietro il +7,3% di visitatori e il +17,2% di incassi per i musei e i siti monumentali, si nascondono punti critici, che riguardano lo stato di conservazione del patrimonio e l’accentramento degli interessi economici e mediatici, come già il Ministro Dario Franceschini aveva paventato qualche settimana fa. Agosto è ormai alle porte, l’estate è al culmine e anche le nostre città d’arte raggiungeranno presto il picco. È arrivato il momento di agire e così Franceschini ha convocato un tavolo di discussione con gli Assessori al turismo di Firenze, Milano, Napoli, Roma e Venezia, per la prima riunione sul turismo sostenibile nelle grandi mete culturali. Il Ministro ha ricordato che sebbene il Governo sia intervenuto con il Piano Strategico del Turismo che mira a moltiplicare i luoghi di attrazione sul territorio, la gestione dei flussi riguarda prevalentemente i Comuni, chiamati da un lato a sperimentare e a condividere soluzioni innovative e dall’altro a applicare le norme adottate dal Governo proprio su sollecitazione delle comunità locali per la tutela dei centri storici riguardanti. Al termine dell’incontro, al quale hanno partecipato gli Assessori Paola Concia per il Comune di Firenze, Roberta Guaineri per Milano, Gaetano Daniele per Napoli, Adriano Meloni per Roma e Paola Mar per Venezia, si è stabilito di formalizzare con un protocollo di collaborazione l’impegno comune del MIBACT e delle cinque città per governare la crescita del turismo che si attende nei prossimi anni. Alcune soluzioni sono state individuate nella delocalizzazione del commercio ambulante, nell’individuazione di aree di particolare pregio in cui sospendere la liberalizzazione delle licenze per mantenere la diversificazione delle attività commerciali, nella regolazione dei mezzi di locomozione. Ma sono necessarie altre manovre, profondamente strutturali, che coinvolgano l’intera estensione della filiera della cultura e tutti gli organi statali e privati impegnati nel settore. 

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