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Che differenza c’è tra una passeggiata per il Louvre e una ricerca su Google Immagini?
Le svolte del nuovo millennio hanno radicalmente influito sulle nostre vite quotidiane e, di conseguenza, anche le modalità fruitive ed espositive dell’opera d’arte, oggetto per eccellenza, hanno sviluppato nuove forme di adattamento. Per adesso, sappiamo che i musei sono sempre più visitati, integrati nelle dinamiche delle comunità di riferimento, al centro di un dibattito aperto non solo agli addetti ai lavori e propositori di un nuovo tipo di comunicazione diffusa sui canali dei social network. Ma cosa riserva il futuro ai musei per come li abbiamo conosciuti? Riusciranno a mantenere il passo del tempo? In che forma esisteranno? Che ruolo possono giocare, nello spazio del web?
A questa e altre domande tenterà di dare più risposte possibili Museums at The Post-Digital Turn, primo convegno ideato da AMACI-Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, in collaborazione con OGR-Officine Grandi Riparazioni di Torino e nell’ambito di Museo Ventuno, una nuova piattaforma di ricerca dedicata alle trasformazioni dei musei d’arte contemporanea. Una due giorni, dal 3 al 4 novembre 2017, nei nuovissimi spazi delle OGR di Torino, interamente dedicata a tutte le sfaccettature possibili e futuribili del museo, istituzione tradizionalmente deputata alla storicizzazione, spazio di un rito collettivo di autorappresentazione. Il convegno si articolerà in sette diversi momenti di approfondimento con lecture e presentazioni, tra gli altri, di Claire Bishop, Cécile B. Evans, Liam Gillick e Domenico Quaranta, tra sessioni di approfondimento moderate da chi mastica quotidianamente questi termini, come i direttori Gabriella Belli, Carolyn Christov-Bakargiev, Lorenzo Giusti, Letizia Ragaglia, Nicola Ricciardi e Andrea Viliani. Gli interventi porteranno la testimonianza delle esperienze internazionali più significative, con una sessione scientifica coordinata da Gail Cochrane e Pier Paolo Peruccio, e con contributi di esperti come, tra gli altri, Sara Abram, Lily Diaz-Kommonen, Cecilia Hurley-Griener, Hélène Vassal.
In home:Richard Kalvar
In alto: Elliott Erwitt, Versailles, 1975