17 agosto 2017

Negli USA caccia aperta agli “eroi sudisti”

 
Da Baltimora alla California, rimossi i simboli dei “miti sudisti”. Mentre in una serie di tweet Trump manifesta ancora una volta il proprio dissenso contro la rimozione delle statue dei secessionisti

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Charlottesville (Virginia) nei giorni scorsi ha svelato i volti degli eredi del Ku Klux Klan, riesumati dai cimiteri ideologici dell’Ottocento e del Novecento. Il cappuccio fa parte del passato, eppure la torcia nella mano destra e l’iPhone in tasca dimostrano il contrario. Flashback di anni bui che sono andati in scena, questa volta, a colori e in HD sugli schermi di mezzo mondo. E ora è la volta della caccia alle streghe. No, non a quelle dai capelli rossi, rifugiate nei boschi per scappare al rogo. Le streghe di oggi sono i monumenti dedicati agli “eroi sudisti” della guerra civile americana, coloro che combatterono, tra l’altro, per conservare l’istituto della schiavitù. Una caccia iniziata alcuni giorni fa nella città di Durhan, nel Nord Carolina, dove i manifestanti antirazzisti hanno cinto il collo della statua di un soldato confederato per farla cadere con forza dal suo piedistallo. Proseguita, poi, dal sindaco democratico di Baltimora, Catherine Pugh che, nella notte tra il 15 e il 16 agosto scorso, ha deciso di rimuovere il monumento dedicato alle donne confederate e le statue dei generali sudisti LeeJackson, oltre a quella del giudice Robert Taney, autore della storica sentenza in favore della schiavitù. Seguono nell’azione di smantellamento anche Los Angeles, con un monumento dedicato ai veterani confederati nell’Hollywood Forever Cemetery, e Brooklyn con la rimozione di una targa in memoria del generale Lee. Ma una domanda sorge spontanea. Come una semplice ruspa in modalità abbattimento potrà mai cancellare quei sentimenti dei gruppi nazionalisti, suprematisti e della destra “identitaria” che riecheggiano, più forti che mai, direttamente dal passato degli 11 stati secessionisti americani e non solo? La domanda è retorica. La risposta scontata. E lo è ancora di più se collegata all’ennesima gaffe di Donald Trump. In questi giorni, infatti, il clima di tensione negli USA si è acuito anche in seguito alla lentezza delle critiche da parte di Trump nei confronti degli attivisti di estrema destra che si sono resi protagonisti a Charlottesville delle scene di guerriglia urbana, culminata con la morte di una dimostrante dell’opposta fazione. «Non ero stato informato di tutto» ha dichiarato il presidente americano. Salvo poi dare libero sfogo a una serie di tweet, preoccupato dell’impatto… “estetico” della rimozione dei monumenti confederati nelle città del Sud: «È triste vedere la storia e la cultura del nostro grande Paese fatta a pezzi a causa della rimozione di belle statue e bei monumenti». E ha proseguito scrivendo «È assurdo. Ci mancherà la bellezza di cui stiamo privando le nostre città, i paesi e i parchi, e non saremo in grado di rimpiazzarla adeguatamente». Insomma, una questione di decoro urbano. Per lui.

fonte: Hyperallergic

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