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In fumo più di cinquecento anni di storia, tra pergamene e stampe antiche, e il bilancio è ancora più drammatico, perché nell’incendio divampato a Palazzo Ruggi d’Aragona, nel centro storico di Cosenza, hanno perso la vita Serafina Speranza, Roberto Golia e Antonio Noce, inquilini dell’edificio. Le fiamme si sono propagate rapidamente agli altri piani, arrivando a coinvolgere la biblioteca della famiglia Bilotti, proprietaria dello stabile e che, dopo importanti interventi di restauro, aveva recentemente aperto al pubblico lo storico Palazzo nobiliare, risalente al X Secolo, nel quale, da settembre, grazie a un accordo con l’Università della Calabria, sarebbero state ospitate le sedute di laurea della Facoltà di Architettura. Nelle sale erano conservati testi di valore inestimabile, come la prima stampa del De rerum natura iuxta propria principia, l’opera più importante del filosofo Bernardino Telesio, inesorabilmente distrutta, insieme a opere di altri umanisti, come quelle di Aulo Giano Parrasio, di Bernardino Bombini, un carteggio di Galileo e otto pergamene del ’400 scritte in gotico e incentrate sulla storia di Cosenza. Distrutto anche l’intero arredo originale, composto da lampadari di Murano e pezzi di ebanisteria calabrese, oltre a dipinti del Seicento e Settecento.
«La città perde tutto il suo patrimonio culturale. Parliamo di quadri, mobili, ma soprattutto dei manoscritti e delle pergamene», ha detto Roberto Bilotti, proprietario della residenza. «È stata una tragedia annunciata, denunciata da otto anni, ma la giustizia non ha fatto nulla e oggi Cosenza piange tre vittime e perde 500 anni di storia. Guardo questa scena apocalittica e non posso che piangere e dire che tutto ciò poteva essere evitato». Due delle vittime dell’incendio erano segnalate ai servizi sociali della città e al locale centro di igiene mentale, erano state in cura e da tempo venivano monitorate ma, per Bilotti, «Dovevano essere aiutate e protette ma sono state abbandonate al loro destino. Più volte ho denunciato che gli occupanti accendevano fuochi e bracieri dentro l’appartamento per riscaldarsi o cucinare ma tutte le mie segnalazioni sono cadute nel vuoto». Polemiche anche sui ritardi delle operazioni di soccorso, ostacolate, secondo alcune testimonianze, dalla cronica mancanza d’acqua che affligge la città in questo periodo.