01 settembre 2017

Sei secoli d’arte in un un’unica opera. Anzi, in un Pavimento. Quello del Duomo di Siena

 

di

Siena riscopre un capolavoro. Letteralmente. All’interno della sua Cattedrale – un autentico capolavoro, già da sé – si apre al pubblico la vista del celebre Pavimento, il «più bello…, grande e magnifico» che mai fosse stato fatto, come scriveva il Vasari a suo tempo. Ma la meraviglia vale ancora oggi. Un patrimonio immenso, custodito all’interno della Cattedrale e che, non a caso, è normalmente protetto dal calpestio dei visitatori e dei numerosi fedeli, ricorrendo ad aperture saltuarie in caso di particolari occasioni. Com’è accaduto nel 2015, in vista dell’Expo di Milano e come avviene oggi, in occasione delle celebrazioni del Palio dell’Assunta, che rendono visitabile il sito fino al 25 ottobre. 
Un suolo costruito attraverso i secoli, risultato di un complesso programma iconografico realizzato tra il Trecento e l’Ottocento, al quale hanno lavorato alcuni tra i più importanti artisti, toscani e non solo. Accanto ai senesi come il Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi, ha preso parte al progetto anche l’umbro Pinturicchio, autore, nel 1505, del celebre riquadro con il Monte della Sapienza, raffigurazione simbolica della via verso la Virtù come raggiungimento della serenità interiore. La tecnica adoperata durante i secoli passati è quella del graffito e del commesso con marmi di provenienza locale come il broccatello giallo, il grigio della Montagnola, o il verde di Crevole. Il pavimento a commesso marmoreo, senz’altro pregevole dal punto di vista artistico, si propone anche decisamente unico e non solo per la tecnica utilizzata ma anche per il messaggio delle figurazioni realizzate dagli artisti, in un invito costante alla Sapienza. I visitatori possono muoversi anche attorno al coro e all’abside, dove si conservano le tarsie lignee di Fra Giovanni da Verona, eseguite con una tecnica simile a quella del commesso, con legni di diversi colori e raffiguranti vedute urbane, paesaggi e nature morte. I percorsi espositivi consentono anche di abbinare altre visite, come al Museo dell’Opera, che nella Sala delle Statue offre i mosaici con i simboli delle città alleate di Siena e le tarsie originali di Antonio Federighi con le Sette età dell’Uomo. O la splendida Maestà di Duccio, nella Sala dei Cartoni, che accompagna la visione della celebre pianta del Pavimento del Duomo delineata da Giovanni Paciarelli nel 1884, che permette di avere un quadro d’insieme delle figurazioni e dell’itinerario che, dall’ingresso, conduce fino all’altare maggiore. (Alessio Crisantemi)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui