05 settembre 2017

Da Virgilio a Bruno Munari. L’anima contemporanea di Mantova, al Festival della letteratura

 

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Dal 6 al 10 settembre, Mantova svela la sua anima contemporanea ospitando, nell’ambito del Festival della Letteratura, una serie di incontri che guardano al domani. Il Festival della Letteratura è un appuntamento consolidato per gli appassionati di settore, che intende coinvolgere anche un pubblico di non addetti ai lavori e più giovani, in un esempio di cultura diffusa. Organizzato da Festivaletteratura e Associazione Filofestival con la partnership del Comune di Mantova-Mantova città d’arte e di cultura, Provincia di Mantova, Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, Camera di commercio di Mantova, Fondazione Comunità Mantovana, Fondazione Banca Agricola Mantovana, Fondazione Cariverona, ha il sostegno e la collaborazione di numerosi sponsor, tra gli altri, quello di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Unipol, Fondazione Marcegaglia Onlus, Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei mantovani, Corraini edizioni, Librerie Coop, Hera ed Eni.
Un cartellone in cui le parole d’ordine sembrano essere ibridazione, poliedricità e trasversalità. Nel Festival coesistono, infatti, accanto a istanze classiche d’impianto squisitamente letterario (Per Tutti i Secoli Vivrò, Per La Mia Fama, di Nicola Gardini), anche futuribili multiversi (con Scott Aaronson e Fabrizio Illuminati, Tutto Quello che Avreste Voluto Sapere Sull’informazione Quantistica, e Guido Tonelli, Terra Chiama Trappist-1), scenari da digital humanities (con Scott Hartley, Umanisti Alla Conquista Del Mondo Digitale), temi politici d’innesto europeo e mediorientale, principi di new economy (con Kate Raworth e Leonardo Becchetti, Sette è un Numero Magico). Così, muniti di meraviglia, si può poi affrontare la prolifica linea teorica che apre alla questione delle immagini (con Mauro Carbone, Stefano Catucci e Patrizio Roversi, Schermo, Schermo Delle Mie Brame, Richard Grusin, L’informazione nell’Era della Mediazione Radicale, Dario Scodeller e Marco Romanelli, Design Anonimo, Barbara Lanati, Laura Lepetit e Giulia Niccolai, La Vita Cubista di Gertrude Stein, Burhan Ozbilici e Valerio Pellizzari, La Verità delle Immagini), formazione quasi obbligatoria per chi volesse assistere con scienza alle mostre organizzate in occasione della kermesse. 
Tra le più interessanti, “Viaggio in Africa”, all’interno dell’evento Inedita Energia, promossa da Eni e realizzata in collaborazione con CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia, introducono Pietro Bartolo, Jacopo Fo, Neri Marcorè, Ingy Mubiayi e Jean- Leonard Touadi, quella di Fondazione Marcegaglia, quest’anno sostenitrice di progetti di sviluppo socio-sanitario per le popolazioni di Haiti e Rwanda (Federica Bortoli – “I Colori delle Donne”), gli incontri de La Parola che Canta, poesia e musica a Palazzo Te (Fanny & Alexander, Francesco Guccini, Alberto Bertoni, Giuseppe Antonelli, José Eduardo Agualusa, Tash Aw, Luca Crovi, Roberta Dapunt, Marcello Fera, Antonio Prete, Marco Remondini, Fabrizio Scipioni, Giovanni Bietti, Gemma Bertagnolli, Massimo Giuntoli, Clara Zucchetti, Stefano Arienti, Michele Spanghero) e Codice Ovvio, personale di Bruno Munari organizzata da Galleria Corraini Arte contemporanea che, in occasione della ripubblicazione del volume edito nel 1971, organizza durante il Festival un ciclo di presentazioni e incontri. Un salto merita certamente l’esposizione dedicata al grande architetto e designer Gaetano Pesce (“Gaetano Pesce architettura e figurazione”, Corte Vecchia, appartamento di Guastalla) ma anche quelle sul linguaggio fumettistico “Gulp! Giorgio Montorio una vita diabolika” (Castello Scalingero di Villimpenta), “Le mie strade. Disegni e dipinti di Massimiliano Galliani” (Casa di Rigoletto, a cura di Francesca Baboni, Carlo Micheli, Stefano Taddei) e la collettiva “Che resta / Was bleibt” promossa da LaGalleria arte contemporanea (in mostra Laura Eckert, Rayk Goetze, Aris Kalaizis, Annette Schröter e Sebastian Speckmann esponenti in rapporto con Scuola di Lipsia). 
Il programma completo è consultabile qui. (Paola Pluchino).

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