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Peccato andarsene prima di un grande appuntamento, ma purtroppo il destino sa essere crudele. E così Pierre Bergé se n’è andato a 86 anni, a Saint-Rémy-de-Provence. Prima di vedere, appunto, inaugurati i due musei dedicati al compagno Yves Saint Laurent, che apriranno tra poche settimane a Parigi e Marrakech.
Dal 1954 fino alla morte di Saint Laurent nel 2008, Bergé – collezionista e imprenditore – è stato il compagno del couturier, ma per decenni aveva vissuto “recluso” nel loro appartamento della Rive Gauche parigina.
E nonostante fosse Saint Laurent l’artista, come Bergé aveva ricordato al funerale, l’uomo è stato il cervello imprenditoriale dietro la casa di moda, trasformando la “bottega” in un marchio di fama mondiale e costruendo un’impresa il cui fatturato vale più di 200 milioni di euro e che oggi è sotto il controllo di François Pinault.
Bergé ha investito parte dei suoi averi nel quotidiano Le Monde e a Le Nouvel Observateur e negli anni si era dato alle cause sociali, come la lotta contro l’Aids e la legalizzazione delle unioni gay, ma era anche un sostenitore della National Gallery londinese e di diversi musei parigini.
Bergé, che incontrò il poeta Jean Cocteau subito dopo il suo arrivo a Parigi, da sempre aveva avuto una passione per le arti e nel 2009 aveva venduto la collezione che aveva formato con Saint Laurent a Christie’s, che fece un’asta lunga tre giorni al Grand Palais che fruttò qualcosa come 374 milioni di euro con opere di Matisse, Mondrian, Brancusi, Picasso e Cézanne.
Bergé, a sua volta, ha deciso di vendere tutti i suoi beni prima della sua morte; la sua biblioteca era l’ultima delle sue raccolte rimasta integra, e ora è nelle mani della casa d’aste Drouot. Il ritratto che si faceva dell’uomo? Provocatore, ma estremamente generoso e fedele ai suoi amici e a coloro che lavoravano a stretto contatto con lui. Buon viaggio, grande “ombra”. (MB)
Fonte: TheArtNewspaper