11 settembre 2017

Il mercato dell’arte è noioso

 

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I grandi eventi spuntano come funghi, ogni mese arriva qualche nuova fiera, biennale o quadriennale. Solo in questo week end appena passato si sono svolte Photofairs Shanghai, FNB Joburg; Cosmoscow, Tribal Art London e ha inaugurato, per un gruppo selezionato di VIP, la Biennale di Parigi. Nel frattempo a Bruxelles e Budapest sono andate in scena intensissime gallery week-end. In questo panorama, all’apparenza fertile, le gallerie più innovative, che sceglielgono di proporre giovani artisti e fare ricerca, cadono come mosche. Solo nelle ultime settimane hanno chiuso i battenti Freymond-Guth in Svizzera, Breese Little, Rainbow Bianco e, dopo 12 anni, Laura Bartlett Gallery a Londra. Queste due storie potrebbero rappresentare due lati della stessa medaglia, o meglio, i grandi eventi potrebbero avere delle responsabilità nella chiusura delle piccole gallerie. Queste ultime infatti difficilmente possono permettersi uno stand in una fiera, e quelle poche che riescono a partecipare, per ripagarsi le spese affrontate, riempiono lo stand dei nomi più importanti del loro rooster. La conseguenza? Girando per fiere sembra sempre di vedere le stesse cose, raramente c’è un guizzo di novità, i nomi sono sempre gli stessi, mai una sorpresa, un azzardo. E vagare per i corridoi di Frieze, ArtBasel, Fiac & co ha sempre di più il sapore di un continuo deja vu. Fortunatamente alcune fiere stanno aprendo a chi non ha una sede fisica, un primo passo per provare a differenziare l’offerta. (RP)

2 Commenti

  1. Più che noioso ė finto, strutturato da un filiera molto limitata che ora produce questa sensazione di tedio, solo nella varietà e libertà di proposte ci può essere allegria, novità…

  2. …e sara sempre peggio perché gli artisti migliori, dopo aver tanto lottato nel tentativo di farsi ascoltare hanno finalmente capito come stanno messi i fatti, e parlo del funzionamento malato del sistema dell’arte.
    …e per questo è diventato per molti artisti più importante nascondere che mostrare, sperando che arrivino tempi migliori dei quali pero non si ha nessun segnale.
    …e per questo a nulla servono tutte queste fiere, mostre, esposizioni dove si vedono sempre le stesse cose per le ragioni che ormai sappiamo bene tutti.
    … e per questo io non starò qui nuovamente a indicare e spiegare perché succede questo.
    … e per questo si! Lo lo so la situazione è preoccupante, ma è diventato altrettanto inutile che io continui a denunciare questo stato delle cose irritante.
    … e per questo nonostante ciò io riesco a trovare, durante la mia giornata, zone di serenità nel mio pensiero che sono quasi delle piccole sacche di felicità.
    … e per questo comincio a pensare che più passa il tempo e più mi convinco che è meglio che molte delle mie opere più importanti rimangano nascoste nel mio studio, non per mio volontà, ma meglio così per tante ragioni che tutte non le conosco neanche io.
    … e per questo forse molti anche dei miei estimatori continueranno a non vedere e conoscere dal vero le mie opere.
    … e per questo forse, sembrerà a voi inverosimile, ma in più di trentanni di lavoro hanno messo piede (visitato) il mio studio un solo unico curatore/critico, portandogli fortuna visto che poi è diventato anche famoso e riveste ora una posizione rilevante in una importante istituzione romana.
    … e per questo non dirò chi sia.
    … e per questo è più importante nascondere che mostrare?
    … e per questo la faccio finita qui.

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