24 settembre 2002

fino al 29.IX.2002 Michele Fenzl Menardi Gradisca d’Isonzo (go), Galleria Regionale d’Arte Contemporanea

 
Nelle opere di questo artista non vi è colore. Ma nel suo personalissimo bianco e nero è silente anche il bianco. Sono invece infinite, e molto raffinate, le tonalità di nero e grigio presenti nelle sue opere…

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A Michele Fenzl Menardi, fotografo professionista still life , è dedicata un’ampia mostra alla Galleria Regionale d’Arte Contemporanea di Gradisca d’Isonzo.
Nelle opere di questo artista non vi è colore. Ma nel suo personalissimo bianco e nero è silente anche il bianco. Sono invece infinite, e molto raffinate, le tonalità di nero e grigio presenti nelle sue opere. Queste dense tonalità degradano le une verso le altre sempre molto lentamente, ad evitare bruschi contrasti che le separino. Con un’eccezionale tecnica, l’autore riesce a dipingere le sue immagini di ombre e sottili giochi di luce, conferendo in questo modo ai soggetti fotografati una nuova corporeità, calata in un’atmosfera estremamente silenziosa, satura di nebbie e profumi femminili.
Anche se Michele Fenzl Menardi propone soggetti paesaggistici e nature morte, in quest’esposizione sembra che una particolare attenzione sia stata dedicata allo studio del corpo. Nudo. Femminile. Tramutato in nuove forme abbinandolo a vari oggetti come lacci, foglie o pellicole trasparenti. I corpi femminili, così ritratti, divengono molto narrativi e poco erotici. Comunicano pensieri nascosti ed esperienze a lungo meditate e sentite. Michele Fenzl Menardi - waste - material n.1, 2002Osservando queste immagini si comprende come ogni più piccolo dettaglio sia stato curato dall’artista, divenendo in tal modo essenziale per l’equilibrio compositivo dell’intera fotografia. Fu un importante fotografo, Edward Steichen, a scrivere che “…la fotografia è difficile perché, mentre l’artista che lavora con un altro qualsiasi mezzo ha di fronte una superficie vuota e gradualmente introduce in essa il suo concetto, il fotografo è l’unico fabbricante di immagini che inizia con un’immagine già completata”. Fenzl Menardi pare voler scavalcare questo limite, ricercando immagini non già costituite ma ancora da ideare e plasmare, dando così vita ad un linguaggio figurativo esclusivo e personale. Concorrono a questo anche alcuni espedienti prettamente tecnici, come la vignettatura, presente in molte sue opere e che consiste nel far degradare l’immagine lungo tutti i suoi lati verso il nero, smussandone contemporaneamente anche gli angoli. Con tale tecnica l’artista modifica la percezione dello spazio, portando chi osserva la fotografia ad immaginare ciò che vi è oltre l’immagine, ovvero un’inedita dimensione che volontariamente si discosta dal reale. E’ importante sottolineare che quest’autore riesce a controllare tali variabili stampandosi personalmente i suoi lavori, a dimostrazione di quanto possa essere importante per un artista anche la perfetta padronanza della tecnica.
Fenzl Menardi oltre alla vignettatura utilizza, al fine di interpretare e ambientare i suoi soggetti, anche la sfocatura. L’attenzione di colui che guarda viene implicitamente dirottata solo su alcune parti dell’immagine, mentre tutto il resto pare solo sfiorato dallo sguardo. Ma ciò che non si cattura si sente. Il respiro della fotografia pervade anche i punti celati e le ombre più pesanti.
Le immagini di questo artista sono molto complesse e spesso difficili da interpretare. Per comprenderle non è sufficiente guardare, bisogna percepirle emotivamente.

elena londero
mostra vista il 19 settembre 2002


Gradisca d’Isonzo, Galleria Regionale d’Arte Contemporanea, via Battisti
Michele Fenzl Menardi; Orari: 10.30-12.30 e 16-20; Per informazioni 0481 960816; Ingresso libero
Fino al 29 settembre.2002


[exibart]

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