25 settembre 2002

Un Consagra al posto della stele di Axum

 
Una volta restituita la stele di Axum all’Etiopia, un vuoto resterà sulla piazza dinnanzi alla Fao. Una proposta interessante potrebbe essere quella di collocarvi un monumento di Pietro Consagra. E’ alto 18 metri, si trova in Sicilia e sta scomparendo sotto una autostrada in costruzione…

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Non è soltanto la Stele di Axum a subire le angustie del tempo o le traversie inspiegabili delle umane vicende. A Castel di Tusa (me) una scultura di Pietro Consagra alta ben 18 metri, appartenente allo Stato (questa volta italiano) sembra andare incontro ad un ben peggiore destino.
Cumuli enormi di detriti di un cantiere autostradale (l’infinito tratto Palermo-Messina in via di completamento dopo decenni), montagne di terriccio e cemento stanno gradatamente interrando uno dei più grandi ed interessanti monumenti del grande scultore siciliano Pietro Consagra. Si chiama un po’Pietro Consagra, la materia poteva non esserci cripticamente “La materia poteva non esserci ” (1986), del tutto in linea con lo stile e la personalità dell’autore. Eppure la materia qui c’è, eccome se c’è. C’è un concentrato di “materia” e materiali attorno a quest’opera che si è portati a pensare ad una eruzione vulcanica di proporzioni catastrofiche o ad un cataclisma. Eppure è solo il frutto del lavoro umano. La costruzione della tanto attesa autostrada Palermo-Messina. Potevano giustificarsi dei ritardi decennali e montagne di soldi spesi con un lavoro più pacato e rispettoso dell’ambiente e la sua storia? Dev’essere che era proprio impossibile. Ci voleva forse un po’di scena. Dovreste vedere le pale meccaniche in due o tre a spingere degli autotreni carichi di grassi moduli di cemento su per delle ripide salite. Una visione che riporta all’antico Egitto e forse all’antica Etiopia….
D’altronde non sono forse simili a degli obelischi i piloni che solerti imprese hanno costruito appena pochi metri vicino alla scultura di Consagra? Sono alti oltre 85 metri. Tutti assicurano che non si poteva fare altrimenti (anche se poi ogni turista che viene in Sicilia trova un po’ singolari queste teorie di piloni anche quando l’autostrada è in pianura. Dev’essere che nell’Isola c’è un insopprimibile senso di unità stilistica…). E dunque “La materia poteva non esserci ”, ma purtroppo c’è e sta sommergendo uno dei capolavori del patrimonio artistico dell’Italia contemporanea. Nel silenzio generale, giorno dopo giorno, tonnellate di detriti ne stanno gradatamente nascondendo la vista e niente impedisce di pensare che la fine della scultura sarà il suo progressivo interramento. Visto che di patrimonio dello Stato si tratta, tant’è vero che lo stesso Carlo Azeglio Ciampi ha invitato (del tutto inascoltato) le amministrazioni territoriali competenti a provvedere alla sua conservazione (così come del resto Stele di Axumdelle sculture della Fiumara d’arte ), non sarebbe una buona idea quella di suggerire il trasporto dell’opera da Castel di Tusa fino a Roma, con destinazione Piazza della Fao? Ma è fattibile? Sembra di si, e non costerebbe neanche tanto.

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ugo giuliani

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3 Commenti

  1. Mah tanto per commentare…non penso che quella di portarla a Roma sia una giubilante idea.
    Toglierla da sotto quei cavalcavia temo di si prima che diventi davvero immateriale! Sebbene sia una scultura piuttosto monolitica e primitiva e a mio avviso piu’ adatta ad essere collocata in uno spazio aperto (forse la valle dei tempi?) io la vedrei sopra un altopiano vicino la costa del mare.
    Per quanto riguarda lo spazio libero di fronte alla FAO a Roma perche’ no una bella fontana? Magari progettata da un emergente architetto contemporaneo. irally

  2. Non male come provocazione! Lo Stato non solo dimentica le sue opere d’arte ma certe volte non le protegge neanche dalla distruzione…

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