13 ottobre 2017

Per svegliare la provincia ci vuole Crac. Chiara Ronchini ci parla della sua nuova galleria a Terni

 

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È il risveglio della provincia. Con una nuova galleria d’arte che promette di scuotere il panorama artistico locale. Questi gli obiettivi che si prefissa la gallerista Chiara Ronchini, lanciando, a Terni, la nuova sede di Crac-Chiara Ronchini Arte Contemporanea. Uno spazio dedicato ai nuovi linguaggi artistici, un «luogo non luogo che pone attenzione ad ogni forma espressiva senza limiti e senza regole», spiega l’ideatrice. Un luogo fisico, multifunzionale e sperimentale, dedicato soprattutto agli artisti emergenti, ma anche un “non luogo” perché accompagnato da un progetto mirato a creare una rete di relazioni culturali con altri spazi per «promuovere l’espressione artistica in ogni sua forma creando connessioni capaci di dare nuovi impulsi». Una sede, dunque, che non vuole essere soltanto espositiva ma anche promotrice e produttrice di progetti artistici, residenze e co-progettualità. In occasione dell’apertura di sabato, 14 ottobre, viene presentato il progetto espositivo “Grandenerograndebianco”, un omaggio all’essenziale che accompagnerà la stagione 2017/2018 della galleria, con una personale al mese dedicata alla ricerca dell’essenzialità nell’arte e alla grandezza dei due colori assoluti. A dare il via, la mostra di Simona Molino e Matteo Lucidi, due artisti che operano insieme dal 2008, utilizzando diversi linguaggi espressivi per lo più installazioni, performance e video, mettendo in luce e amplificando, con i loro lavori, le capacità narrative della realtà, della cultura globale e dei condizionamenti sociali. Di tutto ciò, ci ha detto di più l’artefice, Chiara Ronchini. 
Parlaci della galleria, di come si vuole differenziare dalle altre, e del progetto. Perché questo nome? 
«Il progetto “Grandenerograndebianco” nasce dall’amore per il bello. E per me bello è quello che non ti annoia mai visivamente, quello che più lo guardi e più lo vuoi guardare, senza neanche sapere perché. Un po’ come in amore. “Grandenerograndebianco” nasce dall’attrazione che ho sempre provato per l’eleganza e la forza inspiegabile dell’essenziale. Difficilmente riesco a semplificare idee, concetti e pensieri, ed è per questo che rimango estasiata di fronte alla grandezza della semplicità, mi sento impotente alla maestosità dell’essenziale che con grande naturalezza riesce a contenere la complessità della realtà, e non c’è cosa al mondo che mi affascina di più. Emozionarmi di fronte a una tela tutta bianca, provare i brividi davanti ad un monocromo nero senza sapere perché, e non riuscire a distogliere gli occhi da quello che solo all’apparenza può sembrare la cosa più semplice, mi ha convinto in assoluto che il primo progetto della Galleria doveva essere dedicato all’essenziale. Bianco e nero il risultato. Bianco e nero sono la sintesi visiva e concettuale di questo pensiero. Grandenerograndebianco in realtà è il semplice nome con cui Alberto Burri chiamava le sue opere degli anni ‘50 e ‘60. 
L’intenzione della Galleria è quella di essere aperta a ogni impulso creativo. Curiosità e ricerca, sempre e ovunque. Non voglio avere limiti se non quelli del mio personale giudizio estetico di un’opera, per il resto niente regole, la forza dell’arte è la sua libertà; questa è la prima cosa che ho imparato e cerco di non dimenticarlo mai. Voglio pensare il mio spazio non solo come spazio espositivo ma come un luogo concettuale, voglio una galleria pensante, fatta di relazioni e connessioni, un luogo dove nascono progetti e collaborazioni con altri luoghi e altri spazi, che non siano per forza gallerie, le possibilità di collaborazioni nell’arte come le possibilità dell’arte sono infinite. Voglio scommettere sull’arte emergente, è quello che ho sempre fatto, ed è quello che voglio continuare a fare. Mi piace lavorare dal principio ed anche per questo ho deciso che saranno tutte mostre site-specific. 
Le differenze dalle altre gallerie sinceramente non le so ancora, lo vedremo strada facendo, ma di sicuro so quello che non farò mai come altre gallerie tradizionali, e non credo sia importante elencarti quello che non farò, però come le gallerie tradizionali cercherò di curare la parte commerciale cercando così di sensibilizzare sempre di più alla bellezza e all’importanza dell’arte. L’idea è anche quella di ospitare residenze, di creare un certo movimento di artisti, dando loro la possibilità di sperimentare in un luogo fertile, dove tutto può nascere e essere creato, l’idea è quella di creare una finestra aperta sul mondo. Da qui la scelta con il tempo di invitare e collaborare soprattutto con artisti provenienti da qualsiasi parte del mondo». 
Una nuova galleria in una piazza forse non facile per l’arte. Credi nel risveglio della provincia? 
«So già che non è e non sarà facile ma le cose più belle non sono mai facili. Sarà dura in questa città e in questo momento, ma credo che i momenti più difficili sono anche i migliori per far apprezzare l’importanza dell’arte. L’uomo ha sempre avuto bisogno dell’arte, in tutte le sue forme. L’arte non può mancare e quando una città inizia a perdersi e vagare nell’indifferenza, può essere l’unica sua salvezza. Detto ciò, sì, credo nel risveglio della provincia e di questa provincia. Ho deciso di scommettere qui, a casa mia, nella mia città, dopo aver vissuto anni fuori ho deciso di tornare e provare a cambiare qui le cose. Ci credo e sono ottimista, con la speranza di essere sempre di più a pensarla così E’ per questo che ho deciso di lavorare in sinergia solo con aziende e realtà del mio territorio, per stimolare a progettare e a crescere insieme. Questa città ha tutte le potenzialità per farcela, bisogna solamente crederci, rimboccarsi le maniche e dare spazio alla bellezza (ovviamente bellezza intesa nel suo senso più profondo)». 
Programmi per il futuro? Quali altre mostre in cantiere e quali ulteriori progetti? 
«Diciamo che in linea di massima anche per i prossimi anni vorrei mantenere questa programmazione, con la stagione della Galleria che va da ottobre a giugno, proponendo ogni mese una personale, di un unico progetto interpretato liberamente da ogni artista, quest’anno omaggio l’essenziale, ma la regola dell’arte è che non ci sono regole, quindi il prossimo anno potrei cambiare ogni cosa, chissà. Comunque la prima in assoluto ad inaugurare Grandebiancograndenero è la mostra del duo Molino &Lucidi, artisti umbri che vivono ormai da anni a Berlino, loro sono esattamente l’essenziale, loro sono il bianco e nero, sono la perfezione della sintesi, con loro lavoro da anni e sono realmente la sintesi di tutto il mio progetto, non a caso ho scelto loro per dare il via; seguiranno Giulio Zanet , Martina Merlini, Matteo Ceretto Castigliano, Sebastiano Dammone Sessa, Ester Grossi e poi non posso svelarti già tutta la programmazione». (Alessio Crisantemi)

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