19 ottobre 2017

Un vortice sospeso su Napoli. L’opera di Roberto Coda Zabetta colora l’ex ospedale militare

 

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Prende il nome di “Cantiere 1/Terrazzo” il nuovo progetto ideato dall’artista piemontese Roberto Coda Zabetta, promosso dal Comune di Napoli e dal Museo Madre, a cura di Maria Savarese. 1.500 metri quadri di tela PVC intelaiata e ancorata sul belvedere del complesso della SS. Trinità delle Monache, poi adibito a ospedale militare, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Vortici di colore che si estendono a partire dal centro della terrazza dell’edificio e si vanno a disperdere lentamente in una progressiva variazione cromatica. Lo smalto all’acqua, appositamente scelto per questo tipo di supporto, ha richiesto una lavorazione di circa un mese da parte dell’artista. La realizzazione di quest’opera è stata per Coda Zabetta l’opportunità di intraprendere un percorso diverso dai precedenti, oltre che per le proporzioni del lavoro, anche per il dialogo che si è potuto creare tra arte, architettura e città. L’opera si presenta come un quadro sospeso tra gli alberi del parco a ridosso del complesso monumentale e, risalendo i 414 scalini della Pedamentina, la discesa che collega la Certosa di San Martino al Corso Vittorio Emanuele, si possono osservare diverse prospettive dell’installazione, fino ad arrivare al punto più alto della salita, il Belvedere di San Martino, dove l’opera si ammira nella sua totalità e i cerchi concentrici ricchi di colore si perdono nella città. Le intemperie saranno un elemento integrante del dipinto, andando a modificarne l’aspetto. L’opera infatti, rimarrà installata per circa un anno sul terrazzo del complesso monumentale ma muterà forma e destinazione. Tra le ipotesi dell’artista c’è la possibilità che l’opera, dopo aver assorbito l’impronta della città, venga spezzettata in tele di formato più piccolo per produrre una mostra che possa raccontare l’esperienza di un immenso dipinto che ha vissuto per un anno su un terrazzo di un palazzo di Napoli, assorbendone stratificazioni e suggestioni. (Michela Sellitto)

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