22 ottobre 2017

Fino al 30.X.2017 Un Giardino Chiamato Mare Biblioteca A. Moroni, Porto Recanati

 

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Per l’apertura della Biblioteca Comunale A. Moroni, di Porto Recanati, la piattaforma no profit AAC Platform cura un progetto d’arte con una valenza educativa.
Il progetto si rifà anche alle teorie di John Dewey, influente filosofo e pedagogista americano, che ha considerato l’arte il mezzo più indicato per utilizzare, in maniera costruttiva, l’energia creativa racchiusa nel bambino. Nella concezione di Dewey, l’arte non deve essere considerata come un’esperienza a se stante, anzi deve contribuire a sviluppare nell’individuo le capacità critiche e la risoluzione dei problemi. 
La mostra, le performance e le conferenze tematiche, si muovono esplorando il tema del mare con sfaccettature inedite: dal recuperare le antiche civiltà del Mediterraneo come la Grande Madre venerata nel Neolitico, ai legami con l’antichità come la questione degli scambi fino ad una pedagogia dell’arte che vede artefice l’immaginazione nella quale il mare ricopre un ruolo di protagonista indiscusso, analizzando gli aspetti del cambiamento climatico e delle correnti marine, senza ignorare i riferimenti al mare come fonte di ispirazione per il cinema, l’arte visiva e la musica sperimentale. 
La mostra delinea un percorso nella Biblioteca e nel cortile circostante, presentando lavori site specific ed altri perfettamente riadattati nel contesto, filtrati da narrazioni e da riletture inedite del luogo. 
Per la mostra l’artista Friulana Maria Elisa D’Andrea presenta un nuovo corpo di lavori inserito in una selezione di opere esistenti degli ultimi anni. La mostra presenta un indagine della pratica artistica della D’Andrea fino ad oggi. La forma, la narrativa e il significato sono tracciati nel suo lavoro attraverso i vari stati di esistenza formale e allegorica. 
Nel cortile si trovano due sue installazioni: la prima “Senza Titolo” è composta da lunghe strutture di lana e di cotone lavorate all’uncinetto dalle tante sfumature di rosso, perfettamente adagiate in un albero in cui cambiano completamente la colorazione quasi a rapportarci in un mondo nel quale il confine tra il reale ed il fantastico è dato solo dalla propria volontà. 
L’altra installazione “Nella Cura, Nel Nutrimento, Nell’Amore” è posizionata al centro del cortile ed è composta da elaborate perline di vetro che formano un cerchio di tre metri. Si rifà agli studi dell’archeologa Marija Gimbutas sul Matriarcato; i cui valori su cui si fondavano non erano la competizione e l’aggressività, ma le cure materne, il nutrimento e l’amore. 
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Luigi Impieri, DécoPòlis, installazione dalle dimensioni variabili composta da barchette in maiolica, 2017, in dialogo con l’installazione di Maria Elisa D’Andrea, NELLA CURA, NEL NUTRIMENTO, NELL’AMORE, 2016, Perline di vetro, Dimensioni variabili

I lavori della D’Andrea dialogano perfettamente con l’installazione di Luigi Impieri composta da barchette in maiolica, ad imitazione di quelle di carta, realizzate con la tecnica degli origami. 
Il senso del suo intervento artistico, è quello di lasciare immaginare ai frequentatori dello spazio, un’idea di percorso culturale e sociale, affrontabile con la visione di un oggetto che al viaggio allude sia pure in maniera fantastica, che si potrà affrontare attraverso la conoscenza, che si alimenta con la lettura. Nelle sue “Barche” vi è dunque una allusione ai libri, alle riviste ed ai giornali, le cui pagine nella mia metaforica traslazione artistica, diventano barche protese verso un viaggio intellettuale e poetico al contempo. Il mare diventa uno scenario idealizzato, sublime nel quale rincorrere la propria immaginazione ma anche capace di parlarci di un’attualità fatta di migrazioni e di esplorazioni verso l’ignoto.
Le “Barche” in terra ferma aprono uno scenario fatto di aperture, ricordi e di aspirazioni le stesse che un giovane dovrebbe attivare per nutrire la sua conoscenza. 
Entrando all’interno della Biblioteca, colpisce l’installazione a forma di muro aperto, realizzata da Iacopo Pinelli, magistralmente guida il visitatore verso i vari interventi e proietta il pensiero verso un divenire proteso verso l’apertura e lo scambio. 
Segue un’installazione realizzata appositamente per la mostra da Giorgio Staffolani, composita da sei impronte su grandi fogli di carta. Ogni singolo lavoro crea rimandi a scenari di un alfabeto visuale e sonoro; instaurando una corrispondenza tra il segno e il suono la cui memoria viene costantemente ri-attualizzata in un’impronta realizzata su una cassa della batteria. 
Ai lati del lungo corridoio troviamo le opere di Iacopo Pinelli: “Raccolta” e “Solchi” ci parlano del legame tra la terra ed il mare, i cicli dalle natura ed un paesaggio fatto di tante pieghe e di tante abili fratture di colore, osservabili nel terreno delle Marche così multiforme nel dare tante intense sfumature e tonalità di colore agli appezzamenti. La ricerca dell’artista si basa sulla manipolazione della materia. La materia, spesso proveniente dalla tradizione manifatturiera ed artigianale del territorio, muta attraverso la manipolazione la sua funzione tradizionale di supporto divenendo essenza. Il lavoro dell’artista è essenziale e la superfice dell’opera risulta consumata dal trascorrere del tempo, costretta in uno spazio geometrico, come l’acqua di un ghiacciaio .
Fabrizio Orsini
Mostra visitata il 12 Ottobre 
Dal 23 Settembre al 30 ottobre 2017
Un Giardino Chiamato Mare
Biblioteca A. Moroni Corso G. Matteotti 139, Porto Recanati
Orari: Da Lunedì a Venerdì orari 10.00- 13.00 e 16.00-19.00

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