23 ottobre 2017

A Giussano batte un cuore urban. Ne parliamo con Martina Corbetta, per l’apertura del nuovo spazio

 

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Dopo circa dieci mesi, Martina’s Gallery riapre i battenti, con una nuova e luminosa sede a Giussano, in via Milano. Un ambiente minimalista, accogliente, aperto al confronto e al dialogo, in prima fila nel supportare l’arte contemporanea, in particolare quella vicina alla cultura street e urban, e nel promuovere le idee più dinamiche, strizzando l’occhio agli interessi e alle passioni di un collezionismo giovane e intraprendente. Delle esperienze passate e delle nuove sfide, ce ne parla Martina Corbetta, che ha «iniziato da sola, con tanta voglia di fare e mille idee per la testa, ora siamo una squadra con la stessa anima». 
Hai riaperto con una collettiva di respiro internazionale, con due nuovi artisti. Cosa ti ha colpito del loro lavoro? Cosa potrà suscitare il tuo interesse, in futuro? 
«Abbiamo riaperto la galleria dopo 10 mesi di stand by, con una mostra collettiva che vede come protagonisti artisti con i quali collaboriamo da diversi anni, Laurina Paperina ed Elisa Bertaglia, e abbiamo scelto di farle dialogare con Stikki Peaches (Canada) e Deso (Israele). 
Abbiamo visto Stikki Peaches la prima volta a Miami due anni fa, durante la settimana di Art Basel, poi per una serie di coincidenze, ci siamo trovati “sulla stessa strada”. Difficile dire cosa ci abbia colpito del suo lavoro, forse la voglia di portare in Italia qualcosa di immediato per avvicinare i giovani al collezionismo. Stikki Peaches è stato nostro ospite lo scorso maggio per due settimane e durante la sua permanenza in Italia ha realizzato la serie Le Muse del muro rosso, una raccolta contraddistinta dal suo inconfondibile stile punk. Le Muse si allontanano dai soliti soggetti mainstream per approdare a una tematica più tradizionale, reinterpretando secondo il suo modus operandi i volti femminili più noti della storia dell’arte: La Gioconda e la Dama con l’ermellino di Leonardo Da Vinci, La ragazza con l’orecchino di perla di Veermer e il Ritratto di Simonetta Vespucci di Botticelli
Deso invece, artista originario di Haifa e membro del collettivo Broken Fingaz, rappresenta l’assoluta novità della Galleria. Conoscevamo il suo lavoro da tempo e con l’apertura del nuovo spazio avevamo in testa di “tornare in pista” con qualcosa che ci appartenesse. Deso ha un background street non indifferente ma è un artista eclettico e le sue realizzazioni su carta e su tela sono davvero virtuose. In Italia, Deso ha realizzato tre tele esposte per l’occasione. La serie esprime lo stile sovversivo del suo gruppo. Colori funky e brillanti, uniti a linee semplici, ma decise, evocano l’universo delle illustrazioni, del fumetto e il pulp horror degli anni Ottanta. Rappresenta temi legati alla sessualità, al mondo psichedelico della droga interpretati attraverso una sottile linea d’ilarità. 
Quanto al futuro… il nostro interesse è spesso suscitato dal contatto diretto con artisti. Ci piace fantasticare su nuovi progetti, dunque possiamo proprio dire che pensare a progetti ad hoc è lo stimolo più grande. Siamo accumulatori seriali di sogni… piano piano qualcuno però lo stiamo realizzando». 

Quali esperienze ti sono rimaste dal tuo spazio espositivo precedente? Qual è il ricordo più bello? 
«Dello spazio espositivo precedente sono rimaste tutte le esperienze, quelle buone e quelle cattive. Il vecchio spazio è servito per iniziare, per capire se pensare a una Galleria come luogo d’incontro potesse essere un’idea realizzabile, oppure fosse solo un idea insostenibile. Ed eccoci qua con un nuovo spazio espositivo e un salotto! Ho iniziato da sola, con tanta voglia di fare e mille idee per la testa, ora siamo una squadra con la stessa anima. Il ricordo più bello? Non saprei sceglierne uno… abbiamo chiuso con la mostra Mixtape di Laurina Paperina a cura di Rossella Farinotti… ricordo tantissimi sorrisi, questa è l’ultima traccia che abbiamo lasciato in quel luogo». 

Spazio nuovo, idee nuove. Cos’hai in serbo? Ti concentrerai si qualche tema o su qualche linguaggio in particolare? 
«Spazio nuovo e candido. Ampio e luminoso…ora c’è davvero da rimboccarsi le maniche! Abbiamo aperto con una festa, senza pensare a una mostra vera e propria, volevamo solo dire: siamo tornati! Ma dal prossimo mese si inizia: sabato 25 novembre, ospiteremo la mostra di Noa Noa Art Residency, una residenza per artisti che abbiamo supportato a Bali, con Agostino Iacurci, Moneyless, Federico Tosi e Ricky Lee Gordon, in cui esporremo opere realizzate in Indonesia e opere invece realizzate dagli artisti post residenza. Dopodiché a dicembre parteciperemo alla nostra prima fiera in America: Aqua Art Fair a Miami, con un progetto site specific di Laurina Paperina. Abbiamo deciso di eliminare le fiere italiane, non sapevamo più dove collocarci, dunque oltre la Florida faremo nuovamente Madrid…e per il resto del calendario, stay tuned! Non ci concentreremo su un linguaggio in particolare e non ci soffermeremo su un tema preciso. Manterremo il nostro cuore un po’ urban e un po’ street, con più attenzione alla pittura».

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