24 ottobre 2017

Timothy Sammons dietro le sbarre

 
Potrebbe finire con quindici anni di reclusione l'avventura fraudolenta del mercante londinese, accusato di aver "rubato" Picasso, Chagall e Signac per decine di milioni di dollari

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Ha usato l’arte per riciclare denaro e come garanzia per prestiti personali. Questa è l’accusa che potrebbe portare il mercante inglese Timothy Sammons – ex specialista di Sotheby’s – dietro le sbarre per un periodo da cinque a dieci anni, per aver defraudato clienti e collezionisti che gli avevano affidato opere di Picasso, Chagall, Signac.  
Glenn Hardy, avvocato di Sammons, avrebbe invece invocato al giudice della Corte Suprema di New York Felicia Mennin, due giorni fa, di consentire a Sammos di poter inviare la cauzione, visto che con l’uomo in prigione sarebbe molto complicato “montare” i documenti per la sua difesa. 
“Questo sarà un caso complesso e dettagliato, ma il signor Sammons non è colpevole e manterrà la sua innocenza in tutto”, ha detto Hardy, riportato da artnet. Nel frattempo però l’uomo è sotto custodia cautelare, e la prossima udienza è prevista per il 6 novembre.
Secondo l’avvocato distrettuale Cyrus Vance invece, Sammos, che aveva uffici a New York e Londra, tra il 2010 e il 2015, aveva fatto cinque “vittime” tra Stati Uniti, Regno Unito e Nuova Zelanda. L’avvocato distrettuale Kevin Wilson ha affermato che le opere d’arte rubate valevano decine di milioni di dollari e in mezzo, appunto, ci sarebbe Buste de Femme di Picasso, Reverie di Marc Chagall e, di Paul Signac, Calanque de Canoubiers. E ha aggiunto che, senza le sbarre, Simmons sarebbe pronto a un “significativo rischio di fuga”. Aggiornamenti in corso. 
Fonte: Artnet.com

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