30 ottobre 2017

Dal Brasile ad Amatrice, con Teresa Margolles ed Eva Marisaldi, per il nuovo PAC. Che parte dal comitato scientifico

 

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I grandi nomi del panorama artistico nazionale e internazionale, con un occhio particolare alla generazione nata in Italia negli anni ’60, alla specificità di culture distanti e ai maestri dell’architettura e del design. E con un nuovo comitato scientifico. Il PAC guarda lontano, pianifica sul lungo periodo e presenta i punti salienti del prossimo biennio, un 2018-2019 ricco di attività che, in continuità con quanto già fatto, manterranno l’equilibrio tra storiografia e anticipazione, puntando a rinforzare l’identità della sede espositiva inaugurata su progetto di Ignazio Gardella nel 1954. 
Si inizia dal comitato scientifico, con un rinnovato gruppo di lavoro che affiancherà il Direttore Domenico Piraina e sarà composto da influenti personalità del contemporaneo, come Ferran Barenblit, direttore del MACBA-Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona, Silvia Bignami, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università degli Studi di Milano, Emanuela De Cecco, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Bolzano, Iolanda Ratti, conservatrice del Museo del Novecento di Milano, Diego Sileo, curatore del PAC. Una scelta che segue le direttive dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e, come sottolineato da Piraina durante la conferenza stampa di questa mattina, ha privilegiato alcuni temi, dall’ampio respiro politico-culturale al punto di vista dall’estero, con la prima presenza internazionale nel board, dalla didattica e critica d’arte al consolidamento delle collaborazioni con le istituzioni universitarie, accademiche e museali, in particolare con il Museo del Novecento e l’Hangar Bicocca. Spazio anche per giornate di approfondimento e dibattito sui temi delle alle arti e delle culture contemporanee, con progetti speciali sugli studi di genere e su bullismo e cyberbullismo. 
Il primo appuntamento in ordine cronologico è per il 19 dicembre 2017, quando aprirà “Gregotti Associati. Un progetto integrale (1953-2017)”, a cura di Guido Morpurgo, in concomitanza con il novantesimo compleanno del grande architetto. Il 28 febbraio 2018, inizierà una quattro giorni dedicata alle arti performative che celebrerà un altro anniversario, quello di Lea Vergine, partendo dalla storica mostra di Gina Pane del 1984. E il PAC sosterrà anche quelle associazioni di volontariato che, attraverso l’arte, realizzano progetti per promuovere i valori dell’integrazione sociale e della solidarietà. Per il 7 marzo è prevista “Da Zero”, mostra di fotografie realizzate dai ragazzi di Amatrice e i cui ricavi verranno devoluti per ricostruire una scuola. 
Ad aprire la stagione espositiva del 2018, in primavera, durante le settimane di Miart e del Salone del Mobile, la mostra di Teresa Margolles, «che sarà un ponte tra il PAC che è stato e quello che sarà nei prossimi due anni», ha commentato Sileo. L’artista nata a Culiacán, in Messico, nel 1963, ha sempre lavorato sul tessuto storico e sociale del proprio Paese, un argomento che affronta in maniera diretta, raccontando anche i particolari più brutali, senza alcuna concessione. Il 2018 proseguirà su quelle latitudini, con una collettiva che aprirà durante il periodo estivo e descriverà il panorama dell’arte brasiliana, per puntare uno sguardo sulle culture non occidentali del contemporaneo. L’autunno inizierà durante la prossima Giornata del Contemporaneo di AMACI, con la personale di Eva Marisaldi che, dopo quelle dedicate a Luca Vitone e Armin Linke, continua il focus sulla generazione ’60. Il 2018 si chiuderà con il fantastico design di Enzo Mari, vincitore di ben cinque Compassi d’Oro, di cui l’ultimo, nel 2011, conferito alla carriera. 
E ancora più in là, il 2019 sarà l’anno di Anna Maria Maiolino, artista italo-brasiliana, originaria della Calabria, cresciuta a Rio De Janeiro, dove ha lavorato con Lygia Clark e Lygia Pape, e per la prima volta protagonista di una personale nella nostra Penisola. Da una parte all’altra del mondo, il 2019 continua con una ampia collettiva sull’arte contemporanea giapponese, prosegue in autunno con Cesare Viel, del quale sarà prodotto anche un nuovo lavoro, e chiude con una mostra dedicata a colui dal quale tutto ebbe inizio, Ignazio Gardella, che nel marzo 1948 presentò al Comune di Milano il progetto di un nuovo spazio per ospitare le collezioni delle Civiche Raccolte del XX secolo, da costruire sulle fondamenta delle ex-scuderie della Villa Reale, distrutte dai bombardamenti del 1943.

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