01 novembre 2017

Occhio all’hacker dell’arte. Nella rete delle frodi online cade anche Hauser & Wirth

 

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Hauser & Wirth, Simon Lee, Thomas Dane, Rosenfeld Porcini, Laura Bartlett e Tony Karman e tanti altri nomi dello star system mondiale dell’arte contemporanea. Tutti coinvolti nell’attacco informatico che potrebbe far perdere milioni di dollari a gallerie, artisti e collezionisti, «ho il sospetto che il problema sia molto più grave di quello che immaginiamo», ha detto, a The Art Newspaper, Adam Prideaux, di Hallett Independent, agenzia specializzata nell’erogazione di servizi assicurativi per l’arte. 
Si tratta del classico modus operandi della truffe online, con l’hacker che entra nella casella di posta elettronica della vittima e tiene sotto controllo il traffico delle email in entrata e uscita, fino a quando non nota qualcosa di interessante, per esempio una fattura. A questo punto, l’hacker invia una seconda fattura dall’indirizzo della galleria, con un messaggio che istruisce il cliente a ignorare la prima e fornendo nuovi dati fraudolenti per il pagamento. Fin troppo semplice ma è noto che il mercato dell’arte internazionale non va troppo per il sottile, per quanto riguarda controlli e pratiche burocratiche. Fortunatamente è un ambito in cui tanto i soldi che le relazioni corrono veloci e la voce si è diffusa rapidamente, permettendo alle gallerie di intervenire in maniera tempestiva. Come è successo per Laura Bartlett, che si è accorta della frode in atto a causa dell’incongruenza delle risposte via mail, scritte e inviate non dal cliente ma dall’hacker. Non è stato immune nemmeno il colosso Hauser & Wirth, che però è riuscito a recuperare tutti i pagamenti e assicura prossime manovre per implementare la sicurezza dello staff e dei contatti. 
L’ADAA- Art Dealers Association of America, associazione che riunisce circa 180 gallerie statunitensi, già l’anno scorso aveva avvisato i propri membri sui cyber-rischi, anche se va detto che sono molto rari i casi di truffa telematica in questo settore specifico. E infatti le assicurazioni, per questa volta, sembrano essersi trovate impreparate, visto che AXA Art, per esempio, tuttora non offre una polizza che protegga contro questo genere di frode.

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