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L’Italia, penisola consacrata alla bellezza, all’arte. Ma non a quella contemporanea, che sembra essere scomparsa dai piani di sviluppo pubblici, distante dagli interessi delle persone. Eppure, alla fine dell’Ottocento, l’Italia lanciò la prima Biennale d’arte contemporanea, un gesto la cui portata sembra essersi persa, affievolita nel corso del tempo. Ludovico Pratesi, in Perché l’Italia non ama più l’arte contemporanea, libro recentemente pubblicato da Castelvecchi, descrive la situazione di un Paese che ha smesso di investire sul futuro della propria arte. Un’inchiesta che ripercorre la storia della Mostra Internazionale di Venezia, quella dei musei e dei centri espositivi, per arrivare alla condizione degli artisti nostrani, inadeguatamente supportati dal sistema e poco rilevanti sulla scena internazionale. Di questo panorama e delle nuove possibilità, ne parleranno martedì, 7 novembre, alle 18, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Ester Coen, storica dell’arte, Anna Mattirolo, direttore Scuderie del Quirinale, Lorcan O Neill, gallerista, Alfredo Pirri e Gian Maria Tosatti, artisti, moderati da Adriana Polveroni, direttore Art Verona, in occasione della presentazione del libro, alla presenza dell’autore.