07 novembre 2017

Salgono spesa e consumi ma preoccupa l’esclusione. Presentato il rapporto annuale Federculture

 

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Gestione, innovazione, sostenibilità. Sono le tre parole chiave del 13mo Rapporto Annuale Federculture che, ogni anno, valuta lo stato dell’arte, per capire le tendenze e ragionare sulle strategie future della cultura in Italia. Dallo studio, appena presentato al Palazzo delle Esposizioni di Roma, emerge un trend generalmente positivo, con spesa, consumi e partecipazione in crescita, patrimonio e territori sempre più attrattivi, per una crisi che sembra essere stata lasciata, finalmente, alle spalle. Ma la crescita deve essere consolidata e sono ancora molte le difficoltà da affrontare. 
La risalita dei consumi culturali è uno degli elementi più evidenti del quadro disegnato nel volume: si consolida la ripresa della spesa in cultura delle famiglie italiane in un trend positivo che riguarda l’ultimo triennio, nel quale la crescita è del 7%, incremento superiore a quello che si registra nella spesa generale per consumi finali che si ferma ad un +4,3%. I cittadini tornano a spendere: 68,4 miliardi nel 2016, l’1,7% in più sul 2015 e il 7% in tre anni recuperando circa 4 miliardi dopo il crollo dei consumi del 2013. Anche in termini di partecipazione culturale la ripresa è netta e la tendenza si manifesta in tutto il triennio 2013-2016, in particolare per quanto riguarda la fruizione del patrimonio, che cresce del 22%, tra musei, monumenti, aree archeologiche. Anche il turismo vola: nel 2016 gli esercizi ricettivi hanno registrato il massimo storico di arrivi, 116,9 milioni e di presenze 403 milioni. Il settore va bene anche nei primi sette mesi del 2017: arrivi e presenze crescono di oltre il 4%. 
Tra 2014 e 2016 i grani musei autonomi coinvolti dalla cosiddetta riforma Franceschini hanno registrato complessivamente 8 milioni di visitatori (+16,7%) per un totale di introiti di oltre 31 milioni di euro lordi (+37,7%). Un incremento superiore a quanto avvenuto per l’insieme degli istituti statali, che nello stesso periodo vedono crescere i visitatori dell’11,7% e del 29% gli introiti. Inoltre, si può osservare come siano cresciuti del 19% i visitatori paganti, che per i musei autonomi raggiungono un’incidenza sul totale dei visitatori del 67%, valore che a livello nazionale è del 50%, mentre se si considera l’insieme dei musei statali esclusi i 20 autonomi scende al 46%, invertendo il rapporto tra paganti e non paganti.
Ma le notizie non sono solo positive. La lettura, nel nostro Paese, è ancora abitudine di pochi, solo il 40,5% degli italiani legge almeno un libro l’anno e appena l’8,3% lo fa in formato e-book. Un dato che è costantemente in calo da diversi anni: i lettori erano il 46,8% nel 2010. E inoltre si può parlare per alcune fasce di popolazione di una allarmante esclusione culturale. Gli italiani che in un anno non svolgono alcuna attività culturale sono il 37,4%, una percentuale che nelle famiglie a basso reddito supera il 50%. 

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