08 novembre 2017

Uno svizzero a Capodimonte. L’opera di John Armleder apre la collaborazione con il Madre

 

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L’area dedicata all’arte contemporanea del Museo di Capodimonte si è arricchita di un ulteriore tassello. Si tratta di Split!, un lavoro di John Armleder, nato nel 1948, a Ginevra, che oltre ad essere critico e curatore è anche un artista a tutto tondo, vicino al Fluxus degli anni ’70 e, in particolare, a John Cage. L’opera, presentata nell’ambito di Per_formare una collezione, progetto di ampliamento delle collezioni del Madre a cura di Andrea Viliani, è composta parzialmente da un grande murale comprendente l’area che, dal terzo piano del museo, porta allo spazio che ospita opere di artisti quali Andy Warhol, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Hermann Nitsch. A completare il tutto, un tavolo con due ceramiche, repliche di antichi vasi greci. Il richiamo all’antichità intende essere soprattutto nei colori: quelli che formano Split! si rifanno proprio a quelli dei vasi posti nelle immediate vicinanze, oltre che alla storia di Napoli – per questo motivo alcuni segmenti sono delle stesse tonalità della terra cotta, del blu e del giallo. L’opera di Armleder è sulla parete antistante il Grande Cretto Nero di Alberto Burri, nei cui frammenti adesso si riflettono quelli colorati di Split!
Oltre a essere entrambe caratterizzate da significative spaccature, le opere simboleggiano importanti tappe del contemporaneo a Capodimonte. Con la mostra di Burri, curata dal soprintendente Raffaello Causa e dal gallerista Lucio Amelio, ebbe inizio la collezione in questione, nel 1978. Con l’opera di Armleder, la collaborazione tra il Madre e il Museo di Capodimonte ha conosciuto un momento di ufficializzazione, per dirla con il direttore Sylvain Bellenger che, all’inaugurazione, ha parlato di matrimonio tra i musei. (Ambra Benvenuto)

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