12 dicembre 2017

ARTIGLIO

 
Il codice degli hobbisti. Senz'arte
di Kissxx

di

Si sa che nel Belpaese è difficile campare con l’arte, trovare una collocazione sociale, ottenere credibilità e opportunità. Pochi giorni fa un artista italiano mi ha raccontato che il suo commercialista si è scocciato di cercare soluzioni per un hobby costoso e poco redditizio. Nell’arte è difficile anche trovare una collocazione fiscale prima ancora che professionale. 
A tal proposito consiglio di osservare l’attuale codice ATECO che è poi la necessaria classificazione ai fini fiscali delle attività economiche esercitate sulla base di specifici codici di attività, dichiarati dall’impresa o dal professionista. Una struttura gerarchica a 5 livelli ad albero che indica sezioni, divisioni, gruppi, classi, categorie e sotto categorie su 99 aree.
Non è difficile trovare, nell’amplissima tabella, categorie e sottocategorie davvero specifiche e millimetrate, come “la produzione di piatti pronti a base di pesce, inclusi fish and chips” (10.85.02) o la “riparazione e manutenzione di apparecchiature ottiche, fotografiche e cinematografiche – escluse videocamere” (33.13.01) o il “commercio al dettaglio di cappelli, ombrelli, guanti e cravatte” (47.71.5). 
Ma provate a digitare la parola ARTE (e relativi): è come sparare sulla croce rossa. La sezione che va dal 90 al 93, con un numero assai limitato di categorie è questa: attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento” comprendente le “attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali (91), le “attività riguardanti le lotterie, le scommesse, case da gioco (92) e le “attività sportive, di intrattenimento e divertimento” (93).
Buona fortuna a tutti gli hobbisti dell’arte…
Kissxx

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui