11 novembre 2017

Montréal celebra Leonard Cohen

 

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Era l’11 novembre 2016 quando arrivò la notizia dell’improvvisa morte di Leonard Cohen (avvenuta in realtà quattro giorni prima), che a 82 anni aveva appena rilasciato il suo ultimo album, You Want It Darker. Ora, esattamente a un anno di distanza, il Museo d’arte contemporanea di Montréal (Mac), città natale di Cohen, ha inaugurato “Une brèche en toute chose/A Crack in Everything”. Con un titolo che prende il nome da una canzone dello stesso Cohen, Anthem, del 1992, la mostra era in cantiere già da due anni, dato che si inseriva nel programma di eventi organizzati in occasione del 375esimo anniversario della città, e come racconta John Zeppetelli, direttore e curatore principale del museo, aveva ricevuto l’approvazione di Cohen, che era rimasto positivamente colpito dall’iniziativa. Dopo la sua morte la mostra ha ovviamente assunto un nuovo significato, diventando in parte una sorta di tributo commemorativo, ma conservando la linea scelta da due anni prima da Zeppetelli e il co-curatore Victor Shiffman che, anche secondo quanto stabilito con Cohen, non volevano fosse una raccolta di cimeli ma un’occasione in cui gli artisti invitati a partecipare avrebbero creato delle opere partendo proprio dalla poetica del cantautore canadese,  e così è stato. Fino al 9 aprile 2018, il Mac ospiterà 20 opere, realizzate appositamente per l’evento, di 40 artisti provenienti da tutto il mondo, compresi spettacoli, concerti, installazioni immersive, tutte ispirate ai grandi temi della vita e del lavoro di Cohen. I nomi sono quelli di artisti e cantanti internazionali, come Kara Blake, Ari Folman, il duo Janet Cardiff e George Bures Miller, Moby, The National, Sufjan Stevens, Candice Breitz, e dato che lo spettacolo si estende anche al di là delle mura del museo non poteva mancare Jenny Holzer, che dal 7 novembre proietta su un lato dell’edificio frasi di poesie e canzoni di Cohen, in francese e inglese. E così con la prima mostra dedicata interamente all’eredità del grande cantautore, attraverso l’arte, la musica e la poesia, Montréal celebra Cohen, soprattutto perché, citando le parole di Julia Holter, la cantautrice statunitense che fece una cover di Take This Waltz di Cohen, presente in mostra: “Quello che rendeva speciale il lavoro di Leonard Cohen era la sua misteriosa tranquillità. Penso che adesso possa essere una sorta di ispirazione al mondo, che ha bisogno di questa sottile bellezza proprio ora”.  (NG)

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