15 novembre 2017

Cosa succede all’arte del Pakistan? Se ne parlerà al Museo Martini di Milano, aspettando la mostra

 

di

L’arte contemporanea rielabora continuamente il concetto di centralità geografica e anche i colossi del sistema, le grandi gallerie e i collezionisti più influenti, considerano le aree emergenti tra le eventualità di investimento. L’arte africana è al centro di una riscoperta già da alcuni anni ma sono gli Stati della zona asiatica, entrati in un periodo di boom economico, a destare grande curiosità. Tra questi, il Pakistan, i cui esiti delle attuali ricerche artistiche saranno esposti nell’ambito di “Art for Education: Contemporary Artists from Pakistan”, la prima mostra collettiva di arte contemporanea pakistana organizzata in Italia, a cura di Salima Hashmi e Rosa Maria Falvo, che aprirà nell’autunno del 2018 al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano. Intanto, per saperne di più, giovedì, 16 novembre, alle 18, sempre al Museo Diocesano, TCF-The Citizens Foundation, l’organizzazione no profit fondata nel 1995 da un gruppo di professionisti e imprenditori pakistani che ha fortemente voluto la mostra, ha indetto un incontro con Faiza Butt. L’artista pakistana, tra le più conosciute e  attualmente a Londra, dialogherà con Rosa Maria Falvo e Adriana Polveroni, direttore artistico di ArtVerona. 
Un approccio preliminare, per scoprire la ricchezza culturale e il fermento sociale dello Stato dell’Asia meridionale, la cui economia, in forte crescita, è tra le prime trenta al mondo in termini di potere d’acquisto e tra le prime cinquanta per il PIL. Ma il Paese continua ad essere afflitto da problemi complessi, tra cui la sovrappopolazione, il terrorismo, la corruzione e l’analfabetismo, un fenomeno, questo, che il TCF tenta di affrontare fornendo il proprio supporto alle scuole. Contraddizioni che si rispecchiano anche nell’arte, fortemente simbolica e concettuale e ancora molto poco conosciuta.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui