29 novembre 2017

Il fumetto è di casa all’Accademia di Francia a Roma. Al via le residenze con la Cité de la bande dessinée

 

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Letteratura disegnata, la chiamava Hugo Pratt, descrivendo la sua attività di «scrittore di disegni e disegnatore di parole», una maniera suggestiva e profonda per definire la complessa arte del fumetto. Tra gli strumenti comunicativi più diffusi, dalle pagine dei quotidiani a quelle del web, con oltre 5mila pubblicazioni all’anno e centinaia di festival e rassegne, il fumetto è un ambito tradizionalmente molto frequentato anche in Italia, dove è lunga la tradizione di autori ed editori. E da oggi, anche Villa Medici, sede romana dell’Accademia di Francia, diventerà una sede di primo piano nel panorama del fumetto, grazie alla convenzione appena firmata con la Cité internationale de la bande dessinée, di Angoulême. A ratificare l’accordo, Muriel Mayette-Holtz, direttrice di Villa Medici, e Pierre Lungheretti, direttore generale della Cité de la bande dessinée, che propongono un ambizioso programma di residenze tra Roma e Angoulême, della durata variabile da quindici giorni a tre mesi. Questa iniziativa di doppie residenze punta ad accompagnare gli autori di fumetti, illustrazioni o di film d’animazione nella realizzazione di progetti specifici e transdisciplinari, proponendo due sessioni di residenza, la prima alla Maison des auteurs e la seconda a Villa Medici. Così trovano un terreno di incontro le visioni di due istituzioni, una, Villa Medici, che ha come missione principale quella di favorire la creazione artistica e letteraria in tutte le discipline, l’altra, la Cité, che propone progetti di cooperazioni culturale e gestisce un museo, una biblioteca, un centro di documentazione e una libreria, dedicati al fumetto. 
«Una delle virtù di Villa Medici è quella di permettere agli artisti di tutte le discipline di incontrarsi, tessendo così una rete internazionale e generazionale», ha commentato Mayette. «Il nostro obiettivo nell’attuazione di questa partnership con Villa Medici è quello di sviluppare nuove modalità di accompagnamento degli autori e di offrire loro nuove prospettive, per nuovi incroci disciplinari, permettendo così di arricchire le loro esperienze e le loro opportunità di incontro», ha detto Lungheretti.

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