29 novembre 2017

Qualcuno salvi le porcellane. Il Mibact acquista il Museo Ginori ma l’attività dell’azienda è a rischio

 

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Si inizia a smuovere la situazione della Richard Ginori. La storica azienda attiva nella manifattura di porcellane, istituita nel 1735 dal Marchese Carlo Ginori, a Doccia, nel comune di Sesto Fiorentino, Provincia di Firenze, è stata rilevata, nel 2013, da Kering, holding del lusso che gestisce anche il marchio Gucci, per 13 milioni di euro, in seguito alla dichiarazione di fallimento, affidando la direzione artistica e la strategia di rilancio allo stilista Alessandro Michele. Se l’attività aziendale è ancora a rischio, con l’istituto di credito DoBank che ha rigettato l’offerta per comprare il sito industriale di Sesto Fiorentino, prolungando l’impasse nel piano di rilancio e l’allarme tra i dipendenti, buone notizie arrivano dal MIBACT. 
Il ministero ha infatti acquistato il Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia, il più antico museo d’impresa, testimonianza di una delle prime manifatture di ceramica e porcellana europee, chiuso dal 2014 e che, d’ora in poi, afferirà al Polo museale della Toscana. L’immobile è stato acquistato al prezzo di 700mila euro, inferiore alle valutazioni precedentemente effettuate dall’Agenzia del Demanio e dal Tribunale di Firenze, dopo che due aste indette dal giudice fallimentare del Tribunale di Firenze erano andate deserte. Il Gruppo Kering infatti non aveva presentato offerte, considerando l’incertezza sulla sorte del terreno su cui sorgono azienda e museo. Entro 120 giorni saranno cedute al Ministero anche le collezioni e gli allestimenti museali della Richard Ginori, beni culturali di eccezionale interesse storico-artistico, mediante il procedimento regolato dall’articolo 28-bis del Decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973, che prevede la possibilità del pagamento di imposte dirette tramite cessione di beni culturali. 
«Un altro impegno mantenuto, il museo Ginori entrerà a pieno titolo nel sistema nazionale dei musei che si occuperà della sua tutela e della sua valorizzazione. Abbiamo lavorato silenziosamente per salvaguardare una collezione eccezionale che è parte fondamentale del patrimonio culturale italiano», ha commentato il ministro Dario Franceschini. «L’acquisto è una bella notizia: finalmente si sblocca una situazione di stallo che durava da troppo tempo e la splendida collezione di porcellane avrà il rilancio e la visibilità che merita. Adesso è il momento di rilanciare l’azienda e di salvare i posti di lavoro», ha commentato il sindaco di Firenze, Dario Nardella.

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