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E fu così che la “querelle della scarpetta” arrivò al non tanto annunciato lieto fine. Non stiamo parlando di quella di cristallo della nota fiaba popolare ma di una argentata, ergonomica e all’ultima moda e che poteva costare caro alla Adidas. Nel giugno di quest’anno (come scrivevamo qui), Art Basel e la sua società madre, la svizzera MCH Group, avevano citato in giudizio il colosso tedesco dell’abbigliamento sportivo per violazione del marchio. Secondo la denuncia, Adidas avrebbe prodotto e diffuso una versione limitata a circa 1000 pezzi della linea EQT, con tanto di campagne di marketing e flash mob, usando il marchio Art Basel senza alcuna licenza. Da notare che le scarpe non sono mai state in vendita ufficialmente, visto che venivano regalate ai partecipanti agli eventi promozionali. Comunque, chi pronosticava una infinita battaglia legale è stato disatteso. In una dichiarazione, Adidas ha riconosciuto di «non aver ottenuto una licenza per utilizzare il marchio Art Basel per queste scarpe. Adidas deplora queste azioni ed è lieta che la causa intentata da Art Basel sia stata risolta amichevolmente». Dall’altra parte, un portavoce di Art Basel ha riportato la «Soddisfazione per questo accordo, in quanto dimostra lo sforzo positivo per proteggere attivamente il marchio dalle infrazioni». Insomma, tutti contenti ma i termini di questo accordo amichevole non sono stati resi noti. Sicuramente Adidas dovrà distruggere le scarpe incriminate ancora in suo possesso ma su Ebay ne sono disponibili diverse paia, con prezzi che vanno dai 150 ai 470 dollari.