07 dicembre 2017

THAT’S STORIES

 
Alla scoperta di KABUL: il magazine che mette sotto assedio la cultura contemporanea
di Francesca Tribò

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Una terra esotica ricca di arte e cultura, che rimanda alla memoria la guerra in Afghanistan, i talebani, gli interessi delle potenze mondiali, lo stato di assedio e distruzione, ma anche la resistenza, e la volontà di rimanere al proprio posto per portare avanti la propria cultura. Tutto questo è racchiuso in KABUL Magazine, la rivista online di arti e culture contemporanee nata a Torino nel giugno 2016, che proprio al tema dell’assedio ha dedicato il suo primo numero. «La volontà – secondo Dario Giovanni Alì tra i fondatori del progetto –  era quella di creare uno spazio di approfondimento e di ricerca, per importare e sviluppare una serie di argomenti di rilevanza internazionale ancora poco noti o per nulla affrontati in Italia, con uno sguardo proiettato al dibattito critico internazionale». Immaginate, quindi, una rivista online senza pubblicità, dove il focus non è un giornalismo di informazione, né tantomeno  un elenco di recensioni, ma un luogo di reale dibattito, dove disporre di saggi riguardanti la storia dell’arte, la sociologia, la filosofia e altre tematiche, con una prospettiva proiettata alla contemporaneità. Un luogo dinamico e inclusivo, ponte tra le riviste scientifiche delle università e quelle di stampo più divulgativo, con l’intento dichiarato di non far sentire escluso nessuno. Bimestralmente la redazione di KABUL si focalizza su una specifica area tematica, attraverso la pubblicazione di una serie di saggi brevi, interviste e casi studio. Tra i progetti portati avanti è il caso di porre l’accento su quello della “Digital Library”, dove vengono messi a disposizione degli utenti una quantità di traduzioni di saggi critici inediti in Italia, realizzate direttamente dalla redazione del magazine.
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KABUL magazine, COMPOST. RIFLESSIONI SULL’ECOCENTRISMO e METADATA GALAXIES, K-POCKET GUIDE, Vol. 2, 2017. Progetto grafico CCN studio

Ma il progetto KABUL non si esaurisce qui. La redazione – composta da Dario Giovanni Alì, Carolina Gestri, Valeria Minaldi, Caterina Molteni, Simona Squadrito e Francesca Vason – ha dato vita anche ad un’associazione culturale no profit con sede a Torino e ad una piccola casa editrice indipendente.
In un anno KABUL è riuscito ad  instaurare un fitta rete di convenzioni e collaborazioni con le istituzioni e le fiere di settore, come Sprint, dove quest’anno, nell’edizione appena conclusa, è stato presentato il secondo numero della collana editoriale K-Pocket Guide, brevi manuali di studio su uno specifico argomento di arte e cultura contemporanea, dal titolo COMPOST. RIFLESSIONI SULL’ECOCENTRISMO. 
E allora quale sarà il futuro di KABUL? L’abbiamo chiesto a Dario Giovanni Alì che ha espresso la volontà di continuare sul percorso già tracciato, puntando a diventare una  realtà sempre più strutturata, ampliando le collaborazioni, tra cui spiccherà, nel 2018, quella con il Museo del ’900 di Milano, in un lavoro di ricerca che coinvolgerà il duo artistico The Cool Couple e la curatrice Marta Bianchi.
Francesca Tribò

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