09 dicembre 2017

Guido Strazza a Venezia

 
La Ca’ d’Oro propone un omaggio a Guido Strazza per i suoi imminenti 95 anni, in occasione della donazione di un nucleo di oltre 40 opere che l’artista romano ha deciso a favore della Galleria Giorgio Franchetti

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Protagonista del nostro Opening è oggi «un vecchio pittore con una storia lunga alle spalle», come lui stesso si definisce. Sto parlando di Guido Strazza, nato nel 1922 a Santa Flora (Grosseto). Alla sua veneranda età, il suo augurio è sempre lo stesso, cioè «di poter continuare ad andare in studio per progettare un nuovo quadro e dipingerlo». 
Artista romano, ma da sempre “veneziano d’adozione”, il suo primo incontro con la città lagunare risale addirittura agli esordi, nel 1942, quando aderì alla pattuglia futurista degli “aeropittori” di Filippo Tommaso Marinetti che, in quello stesso anno, gli chiese di partecipare alla Biennale di Venezia. La mostra che si inaugura oggi (domani l’apertura al pubblico) alla Ca’ d’Oro rappresenta il suo ennesimo ritorno nella città dei dogi per un prestigioso omaggio, alla soglia degli imminenti 95 anni, in occasione della sua donazione di un nucleo di oltre 40 opere, 12 dipinti e 36 opere grafiche, a favore della Galleria Giorgio Franchetti. Si tratta di un nucleo di lavori molto specifici di Strazza, da lui dedicati prevalentemente alle geometrie dei Cosmati, gli abilissimi marmorari romani che, nei primi due secoli dopo il Mille, impreziosirono con opere di grande maestria chiese e palazzi, attingendo a più antichi modelli veneto-bizantini. 
A unire la Ca’ d’Oro, Guido Strazza e i Cosmati c’è la figura di Giorgio Franchetti. «In questa mostra, un grande artista e un grande collezionista sono uniti, – spiega Claudia Cremonini, direttore della Ca’ d’Oro e co-curatrice della mostra – a distanza di un secolo, da due fattori comuni a entrambi: il mecenatismo e la passione per i marmi antichi». 
È questa una delle ragioni che ha indotto Claudia Cremonini a concepire il percorso espositivo come una sorta di “sliding doors” iconico, tra sussulti temporali, alternando le opere donate da Strazza alla Galleria con frammenti lapidei, elementi architettonici custoditi nei depositi del museo e provenienti, in molti casi, dall’edificio stesso, il cui stato di conservazione, e la condizione stessa di frammentarietà, ne hanno sconsigliato fino a oggi l’inserimento permanente all’interno del percorso di visita. Ecco, allora, che la mostra comincia a colpire da subito il visitatore con una caleidoscopica “mitragliata” di flashback, di déjà vu. Che riconduce l’occhio dello spettatore su quelle superfici, passate fino a qualche istante prima inosservate, degli intonaci, dei mattoni, dei marmi e di tutte quelle pietre che a Venezia sono state erose, e vengono erose, arrugginite dal sale nei secoli, nei decenni, ogni giorno, oggi. Che galleggiano anche sui dipinti e sulle magistrali grafiche dell’artista romano, con quella tipica e ricorrente trama di fitte, crepe, tagli, compenetrazioni aspre di schegge. Nella mostra che si inaugura oggi il vero protagonista, infatti, non è Strazza, ma il tempo o, meglio, la lotta del pensiero e delle sue materializzazioni contro il tempo. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Gran Cosmate (dittico 1), 1984, tempera su tela, 182,50cm x 147,00cm
In homepage: Cosmate, 1989, 30 x 30 cm, Tempera su tavola
INFO
Memoria e Progetto. GUIDO STRAZZA PER CA’ D’ORO
dal 10 dicembre 2017  all’8 aprile 2018
Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro
Cannaregio 393, Venezia
orari: lunedì, 8.15-14 (chiusura biglietteria alle 13.30); martedì-domenica, 8.15-19.15 (chiusura biglietteria alle 18.45)

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