17 dicembre 2017

Il museo c’è e si vede. A Milano, nasce il MAUA, museo diffuso di arte urbana aumentata

 

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A Milano c’è un nuovo museo ed è un po’ come se ci fosse sempre stato, visto che i suoi spazi sono diffusi tra cinque aree di Milano, Giambellino-Lorenteggio, Adriano-Padova-Rizzoli, Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare, Niguarda-Bovisa e QT8-Gallaratese. Si tratta del MAUA-Museo di Arte Urbana Aumentata e la sua collezione non si esaurisce con le 50 opere di street art ma continua sugli smartphone, con nuovi lavori di digital art generati proprio a partire da quei murales. 
Il MAUA nasce a partire dal progetto “Milano Città Aumentata”, uno tra i 14 vincitori del Bando alle Periferie promosso dal Comune di Milano e sarà inaugurato il 17 dicembre, con un tour guidato tra le opere e i murales del quartiere Giambellino e con una presentazione a BASE, durante la quale interverranno Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano e Pao, street artist e designer. MAUA è realizzato grazie a una rete di partenariato composta da Bepart, come capofila, insieme ad altre sei realtà: BASE Milano, Avanzi-Sostenibilità per Azioni, Terre di Mezzo, scuola CFP Bauer, PUSH e la Fondazione Arrigo e Pia Pini. 
«Un museo è un luogo in cui si testimonia un momento, un passaggio, un pensiero; uno spazio in cui si conserva la memoria di un tempo raccogliendone tracce e segni, in modo che quelle esperienze, viste, vissute e approfondite, possano essere utili allo sviluppo di una comunità. Un’esperienza come quella del MAUA può quindi servire a raccontare anche questo nostro tempo, che fa sbocciare ovunque, spontanee, creatività e bellezza, fissandole in uno spazio virtuale senza separarle dal loro contesto, e animandole là dove sono nate per invitare tutti ad alzare gli occhi, e scoprirle», ha dichiarato Del Corno. 
Nasce proprio da queste premesse l’idea di coinvolgere nel progetto MAUA gli stessi abitanti dei quartieri fin dalla prima fase, svoltasi nei mesi di settembre e ottobre 2017, che ha portato alla creazione della più grande mappatura finora realizzata della street art a Milano, con 218 opere e tour alternativi. A centinaia di abitanti, studenti e associazioni dei cinque quartieri è stato chiesto di selezionare le opere più rappresentative della propria zona e di fotografarle insieme a studenti e professori della scuola CFP Bauer, individuando una selezione finale di dieci murales. Un esperimento avanzato di curatela diffusa che ha portato all’acquisizione di 50 opere in un immaginario grande museo a cielo aperto che, oltre alla scoperta di sorprendenti murales, offre l’opportunità di esplorare zone della città meno conosciute. Per ciascun visitatore, la visita dal reale prosegue poi sul proprio smartphone attraverso l’app Bepart che, grazie alla realtà aumentata, anima e trasforma le 50 opere in 50 lavori di digital art, sviluppati durante un workshop a BASE da 50 giovani animation designer.

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