05 gennaio 2018

Lattuada, Patellani e Matera 1953

 
Alberto Lattuada, Federico Patellani, “Matera 1953”, Humboldt Books

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Nel 2019 Matera sarà Capitale europea della cultura. Così la “dolente bellezza” del centro lucano di cui parlava Carlo Levi tornerà a calcare il palcoscenico del mondo. Con la speranza che la città dei “Sassi” non sia presa in prestito, ancora una volta, come una mera scenografia. Come accaduto nell’industria cinematografica degli ultimi settant’anni. Dai tempi di Alberto Lattuada, che la sceglie per girarvi “la Lupa”, trasformando Matera in un misero paesino siciliano. Fino all’incipiente nuovo millennio, nel 2002, quando i “Sassi” mutano nelle pietre di Gerusalemme con il film “La Passione di Cristo” di Mel Gibson. L’unica eccezione, in questa copiosa filmografia, risale al lontano 1949, quando Carlo Lizzani realizza un documentario cercando di indagare su quel mondo descritto da Carlo Levi e ne coglie le contraddizioni. 
Questa lunga premessa per parlare del recentissimo titolo uscito per i tipi di Humboldt Books: Alberto Lattuada, Federico Patellani, “Matera 1953”. Storia di una vecchia occasione mancata, che viene riscattata da questa iniziativa editoriale. Ma procediamo con ordine. Dopo la pubblicazione del “Cristo si è fermato a Eboli” (1945) di Levi, Matera, “capitale contadina”, diviene una meta irresistibile per scrittori, fotografi, intellettuali di tutto il mondo, alle prese con un luogo che sembra ancora fuori dalla storia. Non poteva mancare, pertanto, il cinema. I milanesi Alberto Lattuada (regista) e Federico Patellani (fotografo) pensano di ambientarvi “La Lupa” (1953), film ispirato all’omonima novella di Giovanni Verga in cui ossessione e desiderio erotico sconvolgono i più antichi tabù. Su “Cinema Nuovo” del 1953 Lattuada confesserà: «Per due mesi io ho vissuto a Matera per fare un film che non c’entra niente con Matera… certo nulla di quello che ho visto qui, e mi ha commosso, entrerà nel film… tutto qui è straordinario e soprattutto la paziente resistenza alla vita difficile di ogni giorno». Non tutto, però, è perso. E le lacune della macchina da presa sono colmate dagli scatti di Patellani, accreditato nel film di Lattuada sia come fotografo sia come aiuto alla regia. Celato ne “La lupa” c’è infatti il suo film parallelo, un reportage fotografico rimasto per molti anni nel cassetto e, grazie alla casa editrice Humboldt, offerto nella sua completezza, con i sopralluoghi e le foto di scena di quell’avventura. Vede così finalmente la luce quell’opera sperimentale a cui avrebbe anelato Lattuada, quando però – come ha scritto Matteo Pavesi – prevalsero in fase di montaggio della sua pellicola le esigenze commerciali piuttosto che la forza dirompente del racconto verghiano. Come si dice, non è mai troppo tardi. Con l’augurio che questo libro possa rappresentare anche un buon viatico per Matera 2019. (Cesare Biasini Selvaggi)
Alberto Lattuada, Federico Patellani
Matera 1953
testi: Matteo Pavesi, Alberto Crespi, Luisa Comencini, Federico Patellani, Alberto Lattuada, Kitti Bolognesi e Giovanna Calvenzi

fotografie: Federico Patellani
Humboldt Books
120 pp. + booklet in aletta | b/n | 17 x 21 cm
 
Paperback | Italiano, inglese
€ 19,00

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