09 gennaio 2018

Paura delle parolacce

 
A Toronto un'installazione interattiva "chiusa" prima ancora di essere fruibile al pubblico. Il problema? Potrebbe incitare all'odio ed essere "volgare"

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Arte pubblica, gioie e (tanti) dolori, almeno in questo caso. Un’installazione in una stazione della metropolitana di Toronto è stata fermata, infatti, prima ancora che fosse inaugurata, dopo che le autorità locali hanno espresso il timore che questo gigante display creato dal collettivo di designer berlinesi realities:united possa essere utilizzato per lanciare discorsi di incitamento all’odio e parolacce.
Il gruppo, infatti, ha concepito nella stazione LightSpell, opera che – attraverso una tastiera a disposizione del pubblico – genera su un gigantesco pannello al soffitto le parole digitate (limite massimo: 8 caratteri).
Ed ecco il timore di funzionari della Toronto Transit Commission (TTC): “Non si tratta di limitare la libertà di parola, ma di fare in modo che le persone si sentano al sicuro sul TTC. Se qualcuno alzasse lo sguardo e vedesse un insulto razziale potrebbe pensare di essere preso di mira, e vogliamo evitarlo”, ha dichiarato l’azienda.
La soluzione proposta dal TTC, sarebbe stata di stilare una lista nera delle parole da non scrivere, e una bianca di lemmi pre-approvati tra i quali gli utenti potessero scegliere. Il collettivo, giustamente, ha però respinto questa idea, dicendo che sarebbe stata una “distorsione ironica” dell’intento del lavoro, che vuole essere una modalità per esplorare la libertà di espressione e la coscienza collettiva. “Il suggerimento dell’autorità di transito sembra più vicino alla Corea del Nord che al Canada”, ha detto il co-fondatore dello studio Tim Edler.
Per il momento, così, l’installazione, costata 399mila dollari, resta spenta mentre la TTC negozia con i suoi creatori. Creando dibattito, ma non nel posto dove è stato pensato e accendendo un’altra luce su un Occidente sempre più fobico.
Fonte: Artnet

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