11 gennaio 2018

I Modigliani? Falsi. Arriva la perizia sulla opere in mostra a Palazzo Ducale e parte la class action

 

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La querelle sui falsi di Amedeo Modigliani in mostra a Palazzo Ducale sta ormai per giungere a un epilogo che sembrava annunciato. La perizia ordinata dalla procura di Genova ha infatti dimostrato che quei 21 quadri sono falsi. 
Tutto iniziò questa estate, quando, contro l’esposizione curata da Rudy Chiappini, ex direttore del Museo d’Arte di Lugano, si scagliò Carlo Pepi, collezionista e studioso di Modigliani di chiara fama che, dalle pagine del suo profilo Facebook, non le mandava a dire: «Ho avuto la disgrazia di vedere il catalogo della mostra del povero bistrattato Modigliani a Genova e come temevo, rarissime sono le opere di sua mano». Immediate furono le reazioni, con diversi studiosi, tra i quali l’autorevole Marc Restellini, molto critici sull’operazione, fino alla lettera dell’Assessore alla Cultura del Comune di Livorno, Francesco Belais: «Fate un regalo a Modì nel giorno del suo compleanno: restituite a Livorno le tre opere che avete in esposizione e che sono senza alcun dubbio autentiche». Al punto che la Procura di Genova non poté fare a meno di aprire un’inchiesta, inscrivendo tre persone nel registro degli indagati: il presidente di MondoMostre Skira, Massimo Vitta Zelman, il curatore della mostra, Rudy Chiappini, e Joseph Guttmann, art dealer di origini ungheresi, proprietario di alcune opere, specializzato in arte fiamminga e Rinascimento italiano e che proprio dalle nostre parti era già stato interpellato per la mostra “La Mente di Leonardo”, agli Uffizi, nel 2006-2007 e “Leonardo. Il genio. Il mito”, alla Reggia di Venaria Reale. Dunque, mostra chiusa in anticipo e 21 opere sotto sequestro che, adesso, dopo la perizia, aspettano solo la sentenza definitiva, per andare incontro al loro triste destino: la distruzione. Ancora più tristi saranno i proprietari che, dall’avere in casa un’opera valutata cifre a numerosi zeri, si troveranno con un pugno di cenere. C’è da scommettere che la perizia non sarà accettata di buona grado e si farà di tutto per salvare il salvabile. Ma la legge non ammette deroghe e Isabella Quattrocchi, nella sua perizia, si esprime in termini chiarissimi. Tutte le tele sono «grossolanamente falsificate» sia «nel tratto» che «nel pigmento» e, inoltre, mette in evidenza anche come le cornici siano «provenienti da Paesi dell’est europeo e dagli Stati Uniti, per nulla ricollegabili né come contesto che come periodo storico a Modigliani». 
Proprio questa precisazione è sembrata fuorviante ad alcuni esperti, che hanno fatto notare che le cornici potrebbero non avere alcuna correlazione con le opere. Dal suo canto, Chiappini vorrebbe che la perizia fosse approfondita: «Io ho raccolto le informazioni e la documentazione che mi è stata fornita per ogni tela. Se ci sono state irregolarità bisognerà risalire alla fonte, a chi ha fatto la prima attribuzione. Io, fino a prova contraria, resto dell’idea che le opere siano buone. E la storia delle cornici è ridicola». Cautela anche per Philippe Daverio, intervistato da Vanity Fair: «La mostra presentava grandi dubbi oggettivamente, è un argomento su cui bisogna andare con i piedi di piombo». Comunque, Palazzo Ducale già si era dichiarato parte lesa e rafforza la sua posizione: «Palazzo Ducale è parte fortemente lesa. E se le perizie relative all’esame sui pigmenti confermassero il giudizio negativo della perizia depositata il consiglio direttivo della Fondazione Palazzo Ducale deciderà quali iniziative intraprendere», fanno sapere dal museo. Chi esprime soddisfazione è Pepi: «Finalmente è scoppiato il bubbone. Per anni mi sono battuto contro i falsi Modigliani, osteggiato e perfino perseguitato dall’ambiente artistico. Modigliani ha dipinto più da morto che da vivo, la situazione era grottesca. Ma questa è solo la punta dell’iceberg». 
Intervenuta anche Assoutenti Nazionale che ha dichiarato di voler avviare una class action, per tutelare i visitatori, sottoposti a un’autentica, verissima frode. Per il presidente Furio Truzzi, chi dimostrerà di aver visitato la mostra, magari anche attraverso un selfie, potrà chiedere un risarcimento. 
Queste le opere sequestrate: Testa scultorea, 1910-11, disegno a matita grassa su carta; Cariatide Rossa/Gli sposi, del 1913, olio su tela; Ritratto di Moricand, del 1915, olio su tela; Ritratto di Jean Cocteau del 1916, disegno a matita su carta; Ritratto di Cham Soutine del 1917, olio su tela; Cariatide à genoux, del 1913 circa, matita e gouache su carta; Nudo seduto del 1913-1914, matita e acquarello blu su carta; Cariatide del 1914, tempera su carta; Nudo disteso (Ritratto di Cèline Howard) del 1918 circa, olio su tela; Ritratto di Mose Kisling del 1916, disegno a matita su carta; Testa di donna del 1917, olio su tela; Testa di donna dai capelli rossi del 1915, olio su tela; Donna seduta del 1916, disegno a matita su carta; Ritratto femminile (La femme aux macarons) del 1917, olio su tela; Ritratto di Maria, 1918 circa, olio su cartone.

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