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È possibile intervenire nella realtà, con il linguaggio e con altre pronunce culturali? Succede così nel teatro, dove la voce dell’attore, i suoi gesti, non solo danno forma all’ambientazione ma, esercitando il loro influsso sul contesto, permettono lo svolgimento della storia. Si tratta della potenza dell’atto performativo, una teoria linguistica elaborata da John Langshaw Austin negli anni ’50 e che, in tempi di scritture diffuse, di Social Network e piattaforme digitali, è tornata attualissima. Se ne parlerà in occasione dell’incontro che si terrà a Milano, il 26 gennaio, in Triennale Teatro dell’Arte, con il curatore e dramaturg tedesco Florian Malzacher. Il seminario, coordinato da Piersandra Di Matteo, il terzo dopo quelli con Frie Leysen, a Ravenna, e Kasia Tórz, al Mambo, si svolge nell’ambito di Elementare, un programma di incontri ideato dall’Associazione Ubu per Franco Quadri e dedicato alle pratiche curatoriali nelle arti performative, dal teatro alla danza, dalla performance all’opera. Malzacher, direttore artistico dell’Impulse Theater Festival dal 2013 al 2017, indagherà la nozione di performatività applicata alla curatela nelle arti dello spettacolo e analizza le strategie e le tecniche, proprie del teatro, capaci di generare concrete modificazioni della realtà, rivelando un potenziale d’azione inesplorato.
In alto: Artist Organisations International (curated by Florian Malzacher, Jonas Staal & Joanna Warsza, HAU Berlin, 2014) (c) Lidia Rossner