16 gennaio 2018

Chi vuole distruggere un’opera di Robert Rauschenberg? Un artista, per sfidare il sistema

 

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Scambiereste la vostra opera d’arte per una bottiglia di whisky? Willem De Kooning si lasciò convincere ma possiamo facilmente immaginare che il giovane Robert Rauschenberg accompagnò quel Jack Daniel’s con parole persuasive. Infatti, all’olandese, l’idea di separarsi da un suo lavoro, solo per farlo cancellare, non piacque affatto ma ne capì le motivazioni e, prendendo molto sul serio il concetto, scelse un dipinto particolarmente difficile. Rauschenberg impiegò un mese e svariate gomme per eliminare quella densa massa di carboncino, pastello, pittura e matita, arrivando a realizzare, dopo quel laborioso e radicale processo di sottrazione, una delle sue opere più famose, Erased De Kooning Drawing, che adesso fa bella mostra al museo di arte moderna di San Francisco. E dopo 65 anni, l’artista e designer newyorkese Nikolas Bentel ha deciso di rendere un omaggio al gesto del grande maestro, scomparso nel 2008, acquistando una delle sue opere. Per distruggerla, ovviamente.
«Ho pensato che se Robert Rauschenberg l’ha fatto a qualcuno, perché non posso farlo io a lui?», ha detto Bentel. Il ragionamento non fa una piega ma l’atto vuole suonare come un’accusa al sistema dell’arte «che, nel corso degli anni, è diventato sempre più interessato al valore economico delle opere d’arte piuttosto che alla loro importanza culturale». Così, Bentel ha avviato una campagna di crowfunding su un sito appositamente istituito, per mettere in vendita porzioni di spazio dell’opera di Rauschenberg che, come un grande banner, sarà ricoperta da immagini proposte dagli acquirenti. Il prezzo? 92.59 dollari per sei centimetri quadrati. Qualcosa di simile a The Million Dollar Homepage, il famosissimo sito internet creato nel 2005 da Alex Tew, in cui un milione di pixel sono stati messi in vendita a un dollaro l’uno. Bentel ci vuole provare con un’opera d’arte illustre, realizzata nel 1973 e in una collezione privata. «Non distruggerei mai un’opera d’arte che non avesse legami concettuali con il processo di distruzione. Il lavoro di Rauschenberg è perfetto poiché lui, quando cancellò l’opera di De Kooning, era nell’identica posizione in cui mi trovo adesso», ha spiegato Bentel. Ovviamente il collezionista è consapevole e consenziente. 
Rauschenberg lo sarebbe? Non potremo mai saperlo con certezza ma la cosa sembra aver destato un comprensibile interesse. Comprare per distruggere, forse ha un senso, sicuramente suona affascinante per molti, come qualcosa di proibito che si manifesta e diventa ammesso. Attualmente, è stato acquistato circa un terzo dell’intera superficie dell’opera e, a dimostrazione che la psicoanalisi c’entra sempre, c’è stato anche qualcuno che si è accaparrato ben sei sezioni consecutive, per disegnarvi un pene. Bisogna solo sperare che tutti gli altri ci mettano più fantasia. (MFS)

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