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Avete mai sentito parlare dei villaggi Potëmkin? Sono dei villaggi fittizi che, secondo una leggenda, il principe Grigorij Aleksandrovič Potëmkin fece costruire lungo le rive del Dnepr per impressionare Caterina II di Russia, che nel 1787 si trovava in viaggio in Crimea, uno dei territori appena conquistati dall’Impero Ottomano. Per risparmiarle la triste realtà di quelle zone, Potëmkin fece erigere delle finte facciate di palazzi, sostenute da travi.
Affascinato da questa storia, il fotografo austriaco Gregor Sailer è andato alla ricerca dei moderni “Potëmkin Villages”, raccogliendo una serie di scatti che testimoniano questo singolare fenomeno architettonico. Se andate nella localitá di Sandhut, vicino a Göteborg, in Svezia, vi sembrerà di essere a New York, più precisamente ad Harlem. Proprio qui la Volvo ha progettato AstaZero, una specie di circuito progettato per assomigliare a un quartiere, dove testare i sensori dei loro prototipi. Nel libro che raccoglie le fotografie, edito dalla casa editrice Kehrer Verlag, ci sono anche quartieri in stile europeo a Shanghai e una città irachena immaginaria nel deserto del Mojave in California, con tanto di Moschea. Scattate con una fotocamera di grande formato, le immagini sembrano vedute di città fantasma: il vuoto e l’aspetto finto di queste simulazioni architettoniche sembrano raccontare un fenomeno più ampio, come descritto dallo stesso Sailer “possono essere viste come un simbolo che rappresenta i cambiamenti assurdi e surreali che avvengono nella società di oggi, basata unicamente su interessi politici ed economici”. Mettendo in discussione la logica dietro queste facciate e tutte quelle che esistono nel mondo moderno, guardando queste fotografie, ci viene chiesto di guardare oltre il Potëmkin Village. (NG)