02 febbraio 2018

Alla conquista di Hollywood. Frieze tenta nuove strade e prepara lo sbarco a Los Angeles

 

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A proposito di fiere, eccone una che non ha paura di reinventarsi, forte della sua posizione nel panorama globale dell’arte, un ruolo guadagnato nel corso di 15 edizioni, dal 2003. Stiamo parlando di Frieze che, dopo aver attraversato l’oceano, da Regent’s Park di Londra, fino a New York, nell’appartato angolo di verde di Randall’s Island, potrebbe rilanciare con una terza sede, a Los Angeles. Per adesso, poco più che indiscrezioni, voci che sfuggono, non si sa quanto incontrollate ma già si mormora di una data, nei primi mesi del 2019.  I fatti risalgono a un paio di anni fa, quando Frieze strinse accordi commerciali con la Endeavour, potente società di comunicazione e intrattenimento, fondata dal noto agente di spettacolo Ari Emanuel e con sede a Hollywood. Una testa di ponte importante per aprire un fronte strategico potenzialmente molto redditizio, anche se l’operazione non è esente da rischi, perché negli ultimi tempi LA non se la passa poi molto bene, nel settore dei grandi eventi artistici. Art Platform Los Angeles, Paris Photo Los Angeles, FIAC LA e Paramount Ranch, sono alcune delle fiere che hanno aperto in pompa magna negli ultimi anni, solo per chiudere silenziosamente. Eppure, proprio questa ecatombe potrebbe aver stuzzicato l’interesse del board di Frieze, che non conferma e non smentisce, preferendo rimanere sul vago, ‹‹Siamo sempre alla ricerca di nuove idee e discutiamo ogni giorno per rispondere alle esigenze delle gallerie ma, a questo punto, non possiamo parlare di piani specifici››, ha commentato un portavoce. Intanto, la Endeavour ha annunciato di aver acquisito la Exhibitions International, una grande società di produzione di eventi legati all’arte ma non proprio raffinatissimi, più verso il blockbuster, come Pompeii Exhibitions, all’Arizona Science Center, o come Mummies of the World alla Union Station Kansas City. Insomma, qualcosa si sta muovendo. 
Intanto, proprio pochi giorni fa, erano stati annunciati alcuni cambiamenti ai criteri di selezione per l’ammissione all’edizione newyorchese del 2018, interpretazioni del regolamento che lascerebbero presagire aperture a nuovi interpreti, anche diversi dalle gallerie. Per esempio, quei dealer che, pur di primo piano, non hanno uno spazio fisico. Ed è anche in questo modo che si viene incontro al contemporaneo. 

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