08 febbraio 2018

Binge Watching Dirk Gently

 
Siate olistici, perché tutto è collegato. E in “Dirk Gently” di più
di Gabriele Toralbo

di

A volte il destino bussa alla tua porta e ti sbatte in faccia un omicidio plurimo, un’organizzazione governativa senza scrupoli, un gruppo di punk succhia paura e Dirk Gently che ti vuole come assistente a tutti i costi. Se hai la faccia di Frodo, poi, non poteva capitarti altrimenti. Todd-Elijah Wood, volto che non possiamo che associare all’hobbit del Signore degli Anelli, assiste Dirk-Samuel Barnett, talento del teatro inglese che non manca di sorprendere e incantare soprattutto se ascoltato in lingua originale, in una serie di strani indagini per trovare una ragazzina scomparsa, in questa serie edita per l’Italia da Netflix. Il flusso incontinente e visionario degli sproloqui di Dirk sbatte in maniera esilarante contro le facce incredule di Todd, mentre vediamo come il Tutto si muova, guidato dalle forze dell’Universo. Perché lui è un investigatore olistico e deve seguire il Caso per permettere agli eventi di compiere il proprio corso e risolvere, in questo modo, il caso del rapimento di Lidia Spring. «Tutto è collegato», ripete Dirk in ogni episodio, e lui è nei posti giusti, «sono una foglia nel grande flusso della creazione», dice. I pezzi vanno al loro posto quasi da soli per poi “riscombinarsi” all’ultimo momento, in un alternarsi di dubbi e certezze, puntati verso la figura del detective che pare saper sempre dove “essere”, a parte che in cruciali momenti depressivi in cui tutta la sua convinzione di predestinazione sembra vacillare.
null
Dirk Gently
I salti temporali, il viaggio nello spazio, la teoria delle stringhe, un cane, un gattino, uno squalo, una sexy guardia del corpo, la “paranebulite”, una assassina olistica a cui l’Universo impedisce di ferirsi e il suo casuale assistente. Il consiglio per non rimanere confusi è seguire gli eventi fidandosi dell’ottima sceneggiatura tratta da un doppio romanzo del genio Douglas Adams – l’autore della Guida galattica per autostoppisti – che in realtà non lascia nulla al caso.
La seconda stagione è appena uscita e lascio a voi, se vorrete, di dipanare l’amletico dubbio se è all’altezza della prima. Di sicuro sarà l’ultima, perché la BBC America ha dichiarato che non ci sarà una terza stagione, a meno di grandi proteste del pubblico. L’obiettivo della serie è divertire e stupire e ci riesce benissimo ma i troppi eventi e i personaggi concatenati hanno un po’ annoiato qualche spettatore. Voi alzatevi quando vi pare per farvi un toast ma potreste perdervi il momento fondamentale, una chiave di volta, una rivelatrice epifania senza la quale non capirete più nulla e manderete tutto al diavolo. Quindi occhi aperti e attenzione, perché tutto è collegato!
Gabriele Toralbo 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui