15 febbraio 2018

L’intervista: Massimo Vecchia di Wannenes

 

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La casa d’aste genovese Wannenes si è confermata anche nel 2017 come uno dei principali punti di riferimento del settore. Ne abbiamo parlato con Massimo Vecchia, corresponsabile del dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea, facendo anche un punto sulla situazione attuale del mercato d’arte nel nostro paese. 
Vorrei chiederle un bilancio sull’anno che si è appena concluso, dopo lo straordinario successo del 2016, e quali sono le sue aspettative per i prossimi mesi.
«Da anni Wannenes si impegna nella promozione dell’Arte Moderna e Contemporanea italiana ed internazionale, aprendosi a nuovi acquirenti e stimolando un numero sempre maggiore di collezionisti, italiani e stranieri, a conoscere ed apprezzare le opere dei principali artisti storicizzati e contemporanei, ed offrendo nei propri cataloghi opere appartenenti ai più diversi linguaggi espressivi come gli oli su tela, le carte, le fotografie, le sculture e multipli d’autore. Questi sforzi si sono concretizzati nel 2016, anno significativo per il nostro dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea che, per la prima volta nella sua storia, ha organizzato e battuto un’asta a Milano presso la Sala Carroponte di Open Care, in Via Piranesi, registrando un risultato di vendita di 733.484 euro, e dando così inizio ad un progetto ancora in progress. Da questo momento in poi il dipartimento ha registrato ottimi risultati: con l’asta di maggio 2017, con un venduto di 1.004.781,50 euro, il dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea ha superato per la prima volta il prestigioso traguardo del milione di euro, traguardo confermato anche nell’ultima asta di a novembre 2017, che si è conclusa con un risultato di 1.015.106 euro. Per i prossimi mesi ci aspettiamo una conferma e un auspicabile superamento di questi risultati. Sicuramente metteremo tutto il nostro impegno al fine di proporre opere d’arte selezionate con estrema cura per venire incontro ad un pubblico di collezionisti globale e sempre più esigente».
Parlando di opere e di artisti inerenti il suo dipartimento, quali sono stati gli artisti, o gli stili, più apprezzati dai collezionisti e, viceversa, quali sono stati quelli meno ricercati?
«È tornato in auge l’interesse per gli artisti della prima metà del XX secolo, e le due significative esposizioni dedicate a Giorgio De Chirico a Londra presso Nahmad Projects e Tornabuoni Art ne sono una testimonianza. Questa tendenza ci ha convinto ad inserire nella scorsa asta due opere significative di De Chirico, e di queste l’iconica Testa di cavallo del 1960 aggiudicata a 48.000 euro diritti esclusi ne è la prova. Ma grande soddisfazione ha dato anche il nucleo di opere figurative, tra le quali figuravano artisti come Ennio Morlotti, Carlo Carrà, Fortunato Depero e Massimo Campigli. Tra le opere apprezzate dai collezionisti vi sono sicuramente quelle di Bruno Munari, del quale nello scorso catalogo abbiamo inserito una nutrita selezione di opere con risultati molto soddisfacenti. Vi è un vero ritorno di tutta la pittura figurativa, astratta e informale, mentre è innegabile una flessione nel mercato globale del movimento Spazialista che ha raggiunto l’apice negli ultimi anni.» 
Ricollegandoci alla domanda precedente, c’è qualche artista che ritiene possa avere margini importanti di crescita nel breve termine?
«Giorgio Ascani, in arte Nuvolo, è una vera e propria rivelazione: continua a crescere l’interesse per questo artista, e questa nuova e approfondita attenzione è stata consacrata dall’inaugurazione della sua prima monografica Nuvolo: 1950-1965 a cura di Germano Celant, presso la Galleria Di Donna di New York nell’ottobre 2017, e dal nuovo record mondiale per l’artista realizzato dal dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea di Wannenes con Cucito a macchina in occasione della scorsa asta di novembre 2017 quando la sua opera è stata aggiudicata a 105.400 euro diritti inclusi. Ci si aspetta però anche un incremento di interesse e di valori economici di tutta l’arte concettuale italiana –  Vincenzo Agnetti in primis – e di artisti come Maria Lai e Ettore Spalletti. Continua il trend positivo di Carol Rama di cui Wannenes è depositaria dei primi e più significativi risultati in asta».
Negli ultimi anni stanno crescendo le aste online. Qual è stata l’incidenza delle aste online nel 2017 per voi e che margini di sviluppo si aspetta nei prossimi anni per questo segmento?
«Cresce costantemente tra acquirenti singoli e piattaforme online. Le aggiudicazioni on air nel 2017 hanno totalizzato 3.195.000 euro che rappresenta il 17% del fatturato totale. Per quanto riguarda l’Arte Moderna e Contemporanea le aggiudicazioni online rappresentano il 4.8% ma è un segmento di vendita destinato ad aumentare sensibilmente nel corso dei prossimi anni. In particolare le aggiudicazioni di opere e multipli entro 5.000 euro avvengono in gran parte dalle piattaforme online».
Sull’enorme lavoro che c’è dietro un’asta, quali sono gli elementi che lei ritiene imprescindibili per la realizzazione di un buon catalogo? Può anticipare già qualcosa su quello in preparazione per la prossima asta milanese del 24 maggio 2018?
«L’asta rappresenta solo il punto di arrivo di una serie di processi che hanno inizio parecchi mesi prima della fatidica data. Fra gli elementi fondamentali alla realizzazione di un buon catalogo vi è sicuramente la scelta di opere selezionate e di qualità in grado di creare interessanti nuclei tematici. Fondamentale è la fase di verifica di autenticità delle opere, che viene assicurata attraverso una ricerca relativa alla rispettiva provenienza. Inoltre la casa d’aste si assicura che tutte le opere proposte siano accompagnate da certificati di autenticità e archiviazione, oltre che dall’elenco delle esposizioni a cui ogni singola opera ha partecipato e alla relativa bibliografia. A questo processo prestiamo grande attenzione ed è nostra cura far sì che l’acquirente ne prenda visione diretta attraverso i nostri cataloghi – curati sotto ogni punto di vista – oltre che durante i giorni dedicati all’esposizione.
La selezione delle opere per la prossima asta del 7 giugno a Milano negli spazi di Open Care è ancora in corso, ma la nostra attenzione si sta rivolgendo ora all’acquisizione di selezionate e storicizzate opere su carta, di oli di maestri del ‘900 storico e esponenti delle più affermate corretti artistiche come Alighiero Boetti e Piero Manzoni».
Per quanto riguarda il rapporto con i collezionisti, che immaginiamo non siano soggetti facilissimi con cui rapportarsi, quali sono i profili con cui è più piacevole collaborare? E quali sono i peggiori?
«Sono diverse le motivazioni che portano a collezionare, personalmente preferisco trattare con coloro che scelgono per amore dell’arte, anche se sempre più spesso viene vista come forma d’investimento e di diversificazione del patrimonio, consiglio sempre di acquistare opere che, oltre ad essere un potenziale buon investimento, attraggono esteticamente colui che le compra. Come responsabile, insieme a Guido Vitali, del dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea della casa d’aste Wannenes, devo ammettere che fra i profili con cui è più piacevole collaborare, vi è sicuramente il collezionista esperto alla ricerca di pezzi unici da inserire nella propria raccolta o colui che ci affida per la vendita un’opera per poter completare un filone d’interesse. Prestiamo grande attenzione alle richieste degli acquirenti prima dell’asta e durante l’esposizione al fine di poterli assistere e consigliare al meglio nella scelta del miglior pezzo da acquistare in relazione al gusto personale e alla collezione. È piuttosto difficile invece rapportarsi con chi vede l’opera d’arte come un mero oggetto di investimento ai fini della speculazione nel breve periodo».
Qual è il momento attuale del mercato in Italia e qual è l’apporto dei collezionisti italiani?
«In seguito alla decisione delle grandi case d’asta anglosassoni di abbandonare il mercato di fascia media italiano per concentrarsi quasi esclusivamente su un mercato di fascia alta internazionale, si è aperto uno spiraglio per gli operatori italiani, che sono riusciti a ritagliarsi un adeguato spazio nel mercato. Il 2017 è stato un anno positivo che ha visto un affievolimento delle mode e una maggiore attenzione per qualità, storicità e provenienza delle opere. I collezionisti italiani sono presenti ed appassionati ma richiedono sempre più lavori di grande qualità, possibilmente con curricula significativi ricchi esposizioni e dalla bibliografia accurata. A mio avviso il mercato dell’arte è in buona salute ma in costante evoluzione e bisogna prestare molta attenzione ad ogni significativo cambiamento di gusto e di mercato».
Luca Liberatoscioli

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