15 febbraio 2018

Millennials per Fendi. Ecco la piattaforma social, aspettando il centro di formazione in Toscana

 

di

Sono bellissimi, giovanissimi, pieni di energia, sanno usare perfettamente il linguaggio dei social network e sicuramente hanno molte cose da dire. È la nuova generazione dei millennials, che adesso è grande abbastanza da poter parlare ad alta voce e imporsi all’attenzione delle generazioni più mature che, a loro volta, già iniziano ad arrancare, al cospetto dei nuovi modi di dire. Si dice il Trap o la Trap? Non ci capiamo? Forse è solo che non si è creata l’occasione giusta per comunicare. Ci ha provato Fendi, con F is for…, un progetto di comunicazione curato da millennials, per i millennials. Millennials che vestono Fendi, ovviamente. 
Ma visto che è una piattaforma online, tutti possono entrare in contatto con questi contenuti, anche chi non veste Fendi o chi ha qualche annetto in più, perché l’intento dell’ideatrice Cristiana Monfardini è condividere, ça va sans dire. 
Storie, immagini, suoni, impressioni, tutto quello che si può registrare dalla vita reale e mettere online può essere presentato, l’importante è che sia inusuale, dinamico, lontano dagli stereotipi, rigorosamente on the road – ma anche su qualche bella spiaggia va bene lo stesso – e senza alcun tipo di filtro, se non quello della camera dell’iPhone. Cinque sono le sezioni, Freaks, per raccontare il concept, Fulgore, per editoriali di moda ripresi solo da iPhone 7 e con protagonisti modelli millennials, Faces, per condividere esperienze da cui trarre ispirazione, ovvero, edificanti, avrebbero detto qualche tempo fa, Freedom, per raccogliere suggerimenti su luoghi da visitare che siano cool e non convenzionali allo stesso tempo, Fearless, per i contenuti culturali e musicali. 
Oltre alla piattaforma online, Fendi ha previsto anche una serie di appuntamenti dal vivo, per reinterpretare l’immagine dell’austera sede della Maison, cioè Palazzo della Civiltà Italiana, coinvolgendo giovani artisti. L’ultima opera è The Ring Of Future, un enorme cerchio giallo che sei street artist hanno tracciato sul tetto dell’edificio storico che il Mibact ha concesso in uso alla maison fino al 2028. All’interno del cerchio, Gary Stranger dall’Inghilterra, Cave dall’Iran, Hillel Smith dagli Stati Uniti, Roes da Hong Kong, Casper dal Giappone e Jodae dalla Corea del Sud, hanno scritto la parola “futuro”, ognuno nella propria lingua. 
E i progetti di Fendi per i giovani non si fermano qui. Qualche settimana fa è stato infatti presentato il progetto di riqualificazione della Ex Fornace delle Ceramiche Brunelleschi, nel Comune toscano di Bagno a Ripoli, acquistata a luglio 2017, per 3 milioni di euro, dalla LVMH, la mega holding del lusso di Bernard Arnault che, oltre a Fendi, è titolare dei marchi Luis Vuitton, Dior e Bulgari. La struttura, chiusa dal 1990, sarà trasformata in centro di produzione, sviluppo, ricerca materiali e formazione di giovani artigiani, con una scuola di pelletteria. Una fashion valley di quasi 14mila metri quadrati, progettata dallo studio Piuarch di Milano, guidato dall’architetto Gino Garbellini, con grandi vetrate, parcheggio interrato da 300 posti, mense e spazi dedicati allo studio e all’esposizione.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui