Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Da una parte, c’è un’artista profondamente coinvolta nelle questioni politiche ed etiche più spinose, affrontate attraverso performance e installazioni dai contenuti disturbanti. Dall’altra, uno spazio enorme e ambizioso, nel cuore di una delle istituzioni più influenti dell’arte contemporanea. E non è la prima volta che si incontrano. Sarà Tania Bruguera infatti a occuparsi del progetto per la Turbine Hall della Tate Modern.
L’artista cubana è stata scelta dalla Hyundai Commission, che ha sostituito la Unilever come sponsor principale dell’operazione. La nota casa automobilistica supporta il programma di installazioni ambientali della Turbine Hall dal 2015 e, in questi anni, ha promosso le installazioni di Abraham Cruzvillegas, Philippe Parreno e del collettivo danese Superflex. Ma anche prima, quando lo sponsor era Unilever, i nomi erano di primissimo piano, visto che, dal 2000, si sono succeduti, tra gli altri, Louise Bourgeois, Anish Kapoor, Olafur Eliasson, Ai Weiwei e Carsten Höller. Tutti artisti di forte impatto, iconici, riconoscibili e in grado di far dialogare la propria ricerca con un ambiente molto particolare, sia per la sua struttura architettonica che per il peso del suo nome.
Bruguera non si lascerà impressionare, già ha ampiamente dimostrato di avere il coraggio e l’intraprendenza necessarie, come quando, a inizio carriera, trasportò la carcassa di un agnello per 45 minuti, legata al collo, mentre nel 2016 annunciò pubblicamente la sua candidatura alla presidenza di Cuba, dopo le dimissioni di Raul Castro. E poi con la Tate ci sono state già due occasioni di incontro, nel 2016, per Tatlin’s Whisper #5, azione con due poliziotti a cavallo che regolavano il flusso delle persone che attraversavano la hall del museo, e nel 2012, quando, per Immigrant Movement, i visitatori dovevano superare un test della verità, basato sulle domande degli uffici di immigrazione, per poter accedere.
Le premesse, insomma, ci sono tutte ma non sono trapelate informazioni sul progetto, anche se le parole di Frances Morris, direttore della Tate Modern, lasciano intendere qualcosa: «Tania è molto nota per il modo originale e avvincente con il quale affronta i temi dell’attualità, non solo nell’ambito dell’arte ma anche nella speranza di poter intervenire nel mondo che ci circonda. Sono molto felice di questa scelta e non vedo l’ora di capire come svilupperà il programma pubblico della Turbine Hall».
Sarà qualcosa di ludico, come gli intricatissimi scivoli di Höller e le coloratissime altalene di Superflex? Oppure più meditativo, come l’ambiente soffuso, vagamente post apocalittico, di Eliasson? Certo, visti i precedenti di Bruguera, la direzione potrebbe anche essere molto diversa. Per il momento, possiamo solo sperare nell’indulgenza dell’artista.