26 febbraio 2018

La Gamec riparte dalla materia oscura e da Bergamo. Presentato il nuovo programma espositivo

 

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Era veramente molto sentita la curiosità per il nuovo corso della Gamec-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e, infatti, posti occupati in ogni ordine, per la presentazione del calendario espositivo del 2018, il primo firmato dal neodirettore Lorenzo Giusti. Palpabile, però, è stato anche l’entusiasmo, con tanto di applausi scroscianti a chiusura della conferenza tenuta questa mattina, alla presenza, oltre che di Giusti, entrato in carica a gennaio 2018, di Nadia Ghisalberti, assessore alla cultura del Comune di Bergamo, e di Alberto Barcella, presidente dell’associazione che, dal 2000, gestisce il Museo. Perché il programma è sembrato convincente, articolato lungo un percorso di continuità ben individuabile e scandito per nuclei tematici coerenti che saranno approfonditi in cicli di mostre dal taglio sperimentale. 
«Per gli artisti e curatori della mia generazione la GAMeC è stata uno dei principali punti di riferimento per il contemporaneo in Italia. Ora che lo scenario in cui ci muoviamo è mutato e si è arricchito di molti e importanti nuovi attori, sono partito proprio da quelle parole chiave che ho sempre associato a questa Istituzione per delineare il percorso dei prossimi anni, raccogliendo il testimone della direzione con forte senso di responsabilità. La Gamec ora si rinnova, come è fisiologico che sia, ma la valorizzazione di un’eredità così viva sarà il fulcro per raggiungere nuovi e ambiziosi obiettivi di crescita e centralità nazionale e internazionale», ha dichiarato Giusti, che condurrà il Museo fino al 2020, con possibilità di ulteriore rinnovo triennale. Dunque, continuità e innovazione, come sottolineato anche dalla nuova corporate identity, con logo e veste grafica ideati dallo Studio Temp di Bergamo. Parole d’ordine: valorizzazione delle collezioni, vocazione alla ricerca, attenzione al dialogo tra le discipline, sostegno ai talenti artistici e curatoriali emergenti, internazionalità, collaborazione tra istituzioni pubbliche e private. 
Tra le novità, la realizzazione, nei prossimi tre anni, di una serie di eventi nel cuore della Città Alta, con la Sala delle Capriate di Palazzo della Ragione che, nel periodo estivo, diventerà una sorta di sede distaccata della Galleria. «L’intesa culturale che il Comune sta costruendo con la Gamec affinché anche Palazzo della Ragione diventi luogo espositivo di arte contemporanea rientra nel progetto di rilancio ideato dal neodirettore Lorenzo Giusti. Non sarà un evento isolato, ma un progetto pluriennale di rilievo internazionale», ha sottolineato Ghisalberti. 
Il primo progetto pensato per questo spazio è “Il diletto del praticante”, la prima personale in una istituzione italiana, a quasi cinquant’anni dalla mostra torinese da Christian Stein, dello scultore americano Gary Kuehn, a cura di Giusti, che aprirà il 7 giugno, con una selezione di opere di grande formato. Parallelamente, lo Spazio Zero della Galleria ospiterà la mostra “Enchanted Bodies/Fetish for Freedom”, con 16 artisti internazionali, tra cui Tania Bruguera, appena nominata per la prestigiosa Turbine Hall della Tate Modern, e Danh Vō, e a cura di Bernardo Mosqueira, vincitore della nona edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte. 
Un ruolo centrale nella programmazione del 2018 è affidato al progetto Public Program, con incontri, presentazioni, dibattiti e conferenze, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo. Il progetto coinvolgerà numerosi protagonisti del panorama artistico nazionale e internazionale come, tra gli altri, Patrick Tuttofuoco, Giuseppe Gabellone, Silvia Calderoni e Ilenia Caleo (Motus), Michel Blazy, Michael Hoepfner, Riccardo Baruzzi
Sempre in estate, il secondo piano della Gamec ospiterà il primo appuntamento de “La Collezione Impermanente”, una piattaforma espositiva e laboratoriale sul patrimonio artistico, sul collezionismo e sulle politiche istituzionali di acquisizione, un progetto di ricerca propedeutico all’apertura della nuova sede del museo, prevista per il 2022. Il lancio della piattaforma sarà affidato all’artista rumeno Dan Perjovschi, invitato dalla Gamec a progettare una provocatoria campagna pubblicitaria per gli spazi cittadini e per i canali social. 
A ottobre sarà presentato il primo capitolo del progetto pluriennale, ideato da Lorenzo Giusti e sviluppato insieme a Sara Fumagalli, con la consulenza scientifica di BergamoScienza, che metterà in dialogo storici dell’arte, curatori, filosofi e scienziati, per un discorso trasversale sul tema della materia, tra scoperte scientifiche e teorie estetiche. “Black Hole. Arte e matericità tra informe e invisibile”, aprirà il 4 ottobre e sarà la prima delle tre mostre in programma, contraddistinte dalla presenza di autori di generazioni diverse, dalle Avanguardie del Novecento ai linguaggi della più stretta contemporaneità. 
A partire dal 2018, sarà attivato anche Art*Science Research Program, nuovo format coordinato da Anna Daneri con Alessandro Bettonagli e Lorenzo Giusti, che finanzierà ogni anno la ricerca di un artista individuato dal comitato scientifico e la realizzazione di un intervento site specific per lo Spazio Zero della GAMeC. 
Nei prossimi mesi inizieranno anche i lavori preliminari per l’annunciato intervento musivo che Jan Fabre ha concepito per l’Oratorio dei Morti della Chiesa di San Lorenzo di Città Alta, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, storico direttore della Gamec e attualmente anche nel cda del museo, promosso insieme alla Curia Diocesana e con la partecipazione della Fondazione Adriano Bernareggi. «Un intervento con cui la Galleria intende lasciare un segno permanente dell’arte del XXI secolo nello straordinario contesto storico di Città Alta», ha affermato Barcella.

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