02 marzo 2018

Addio a Gillo Dorfles. Critico, storico, artista, voce insostituibile dell’arte contemporanea

 

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Rivoluzionario ma sempre con una profonda punta di ironia, raffinato in tutte le uscite e risoluto nelle sue idee, è scomparso oggi, a 107 anni, Gillo Dorfles, protagonista assoluto del dibattito artistico internazionale. Riduttivo definirlo critico, Dorfles ha usato tutti gli strumenti a sua disposizione, dalla tela alla pagina scritta. I suoi testi sono tutt’ora i più usati nelle scuole e nelle accademie di tutta Italia, i suoi saggi, tanto lucidi quanto appassionati, hanno formato generazioni di storici dell’arte e ispirato le ricerche artistiche dal dopoguerra a oggi. A gennaio aveva inaugurato alla Triennale di Milano una mostra di suoi dipinti, realizzati appena l’anno scorso. 
Nato il 12 aprile del 1910, a Trieste, che allora faceva parte dell’Impero Austroungarico, sì laureò in medicina, specializzandosi in psichiatria. Dai primi anni Trenta, affiancò lo studio pratico della pittura e l’approfondimento delle teorie dell’estetica, in particolare quelle legate all’antroposofia di Rudolf Steiner che, in quegli anni, erano all’avanguardia soprattutto nell’ambiente culturale mitteleuropeo. Nel 1948, insieme ad Atanasio Soldati, Galliano Mazzon, Gianni Monnet e Bruno Munari, fondò il MAC-Movimento per l’Arte Concreta, attivissimo per tutti gli anni ’50 con mostre anche all’estero, come quella del 1952 in Cile e Argentina. Docente alle Università di Milano, Cagliari e Trieste, i suoi testi critici, sono esempi mirabili di letteratura estetica, espressione elegante di un’acuta analisi del contesto contemporaneo. 
Lunghissimo l’elenco dei suoi contributi critici più importanti e illuminanti, tra i quali, si ricordano, in particolare, quelli tra gli anni ’50 e ’60, come Barocco nell’architettura moderna, del 1951, Discorso tecnico delle arti, del 1952, Il divenire delle arti, del 1959, Il disegno industriale e la sua estetica, del 1963, Nuovi riti, nuovi miti, del 1965, Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto, del 1968. Storico puntuale e preciso divulgatore, il suo Ultime tendenze nell’arte d’oggi è tra i testi più diffusi per chi approccia al contemporaneo. Osservatore scrupoloso della realtà, memorabile anche uno dei suoi ultimi saggi, Horror Pleni. La (in)civiltà del rumore, del 2008. Nel 2017 aveva pubblicato Paesaggi e Personaggi, un’antologia di appunti e ricordi. Il prossimo 5 aprile, invece, a cura di Luigi Sansone, uscirà edito da Skira La mia America, resoconto degli incontri del grande Gillo con gli artisti e i personaggi della cultura tra West e East Coast negli anni ’50.
Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti, il Compasso d’oro della ADI-Associazione per il Design Industriale, la Medaglia d’oro della Triennale, il Premio della critica internazionale di Girona, il Franklin J. Matchette Prize for Aesthetics. Accademico onorario dell’Accademia di Brera e dell’Albertina di Torino, membro dell’Accademia del Disegno di Città del Messico, Fellow della World Academy of Art and Science, dottore honoris causa del Politecnico di Milano e dell’Università Autonoma di Città del Messico, è stato insignito anche dell’Ambrogino d’oro dalla città di Milano, del Grifo d’Oro di Genova e del San Giusto d’Oro di Trieste. Nel 2006 è stato insignito della Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte, mentre nel 2016 fu nominato Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

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